Per capire come la giustizia sportiva sia una fotocopia, e a volte mal riuscita, della giustizia ordinaria basta ripercorrere la vicenda che riguarda l’esclusione del Chieri Torino Volley dal massimo campionato femminile. La competizione galoppa e ad oggi continuano i pronunciamenti, i ricorsi ai vari organi deputati a riceverli (a nostro parere troppi n.d.r.), i tentativi di conciliazione, le ipotesi. A mesi di distanza dalle primitive esclusioni, della Lega prima e della Federazione poi, nulla è ancora deciso.
Venerdì scorso è andata in scena l’udienza al Tnas (Tribunale nazionale di Arbitrato Sportivo) del CONI, che ha visto in prima linea gli avvocati della società piemontese, ovvero Giuseppe Sbriglio e Fabrizio Sgandurra. E’ stata nell’occasione avanzata un’ipotesi di conciliazione formalizzatasi nella rinuncia alla Coppa Italia e all’eventuale richiesta di risarcimento, in cambio della riammissione al campionato in corso. Ci si chiede, anche se concettualmente auspicabile la riammissione, come potrebbero essere recuperate le partite non disputate e con quale regolarità per l’A1 in corso? A tal proposito torniamo al quesito d’apertura, ovvero perché questa tempistica così lunga e reiterata. Qualora Lega e Federazione si dimostrassero disponibili verranno avviate ulteriori trattative con tanto di accordo onde evitare il giudizio del Tnas.
Si ventila anche una possibile riammissione del Chieri Torino Volley al campionato della prossima stagione (soluzione forse più logica) ma nulla, anche in questo caso, appare certo. Se la conciliazione non andrà a buon fine ci sarà sentenza del Tnas (entro i primi giorni della prossima settimana) e a quel punto ecco ancora l’ultimo grado di giudizio, quello del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Insomma una storia infinita mentre le 8 ragazze che fanno attualmente parte del gruppo, e non sappiamo sinceramente con quale spirito, guidate dal coach Bruno Napolitano, stanno continuando a provare schemi ed azioni vere.
Roberto Bertellino
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