Sotto la montagna
e sopra il cimitero
ho scoperto per caso
un piccolo sentiero
(poco più di una traccia)
che porta ad alveari
fra betulle a due e tre,
e voci di cani da caccia,
e poi a una fontana
e un’altra ancora:
due microtempeste
in minuscoli mari.
Da qui la tua tana
non vedo più oramai,
volpacchiotta selvatica,
ma in compenso vedo te –
chiarissima e stupenda,
lunare ma mai lunatica –
ovunque volga gli occhi
tu ci sei, tra gli alberi
e cespugli spogli di questa
nostra nuova leggenda.
E poi quell’altro incendio,
di tramonto glorioso,
che nulla può ripagare;
come il pianto di un bimbo
a cui era fuggito il pallone
tra le case; come impagabile
è un vecchio bosco odoroso;
come davvero insostituibile
sei Tu – con occhi azzurri
o verdi, cosa importa?
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