La questione ucraina continua ad essere, per l’Europa, all’ordine del giorno.
Da quando l’Ucraina ha manifestato il volere di staccarsi e rendersi indipendente di fatto dalla Russia, e ancor di più con la deposizione nello scorso febbraio del Presidente filo-russo Janukovyc, la crisi con la Russia ha portato con sé la preoccupazione europea per un conflitto esteso e violento. E azioni di violenza ci sono state, da parte degli indipendentisti così come da parte della Russia.
E adesso, a distanza di un anno dalle prime manifestazioni per l’indipendenza, nella mattinata di martedì c’è stato un momento importante sia per l’Ucraina che per tutta l’Europa: il doppio voto per decidere l’associazione tra Unione Europea e Ucraina.
Si è votato sia a Kiev che a Strasburgo ed entrambe le città hanno ratificato l’accordo con una numerosa maggioranza numerica. L’accordo, oltre all’unione con l’Europa, prevede, per le regioni che vogliono mantenere una loro autonomia o una maggiore vicinanza alla Russia, la conservazione di uno statuto speciale per tre anni.
In una di queste regioni, in quella autoproclamatasi “la repubblica popolare di Donetsk” per la precisione, nelle ultime 24 ore si sono comunque aizzate manifestazioni e atti di violenza dovute alla distanza del popolo filorusso di Donetsk dalle posizioni del popolo ucraino.
Nonostante la dimostrazione di democrazia e di libertà che ha dato il voto ucraino-europeo, la paura di un conflitto non si placa e rimane aleggiante sul Vecchio Continente. Come ha affermato lo stesso Presidente dell’Europarlamento, in Europa è tornata la paura della guerra, perché quello che accade in Ucraina riguarda tutti.