7.la linea azzurra dell’inguine e l’anamorfosi del baglioreainico che attraversa dal podice al gomito il verde cheper come geme è più bagnata del legno che ti tieneseparano erba e pelle o luce e bocca o rumore balzantee cazzo intanto che tra vrigliozza e mantici entri drittanello sguardo non c’è il vento troppo largo, nemmenolungo, perché è tutto sospeso sul legno che ha saporedi lampo poiché passa molto vicino il suono che scendeper la montagna né parole, né musica, né consuetudini,né discorsi, ozia con me sull’erba, apriti la camicia verdee prima che l’estate se ne vada verso l’equinoziolibera a rarica ‘i Parrott affinché io possa richiamareogni cosa se lo desidero mani e dita che vannonel senso degli occhi e risalgono a stringere u’ rïarmuneche è di triòffa e di wenza toga tra i tuoi mânticiche han dovuto colmare un golfo per come fannocrescenti distese d’acqua e di terra, di erba e di legno,di cielo e di sperma, da cui il tempo non so se passalungo la schiena o sotto il tuo ventre tanto che tuttosi rovescia al punto che piegata sul palo con i jeanscalati t’impracchjo u minchiunu gruossu asupa i bballuselli ‘i sita parruttijanne wenza ‘i sburrazzaca t’infrasca supa e suttu finu a ca prima ca ‘u tiempucumincia am’brunija’ mani e bocca non bastanoper fermare l’uragano che hai scatenato
[In ammašcânte:"La carne del mondo"]$Leggi anche:Ftrioffa-du-riarmune-4-5