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Rihanna, il diamante che taglia il vetro lungo il meridiano del mio oggetto a
C’è qualcosa in Rihanna che è come l’amoree c’è qualcosa che è come quando le ragazze
e i ragazzi vanno a bere la spuma da Sciankèt
dopo la scuola, alla fine di ottobre
o nel boschetto a raccogliere nocciole
più che funghi quante volte ho giocato
per strada e nei sentieri tra gli aranceti
con le ragazze e i ragazzi che ridevano
quando il sole era basso e l’aria frizzante,
e mi fermavo a mangiar diospiri
dentro l’odore dell’autunno
e l’ardore dell’amor giovane
e l’eco nella valle che si libra sopra di me
niente comincia a gelare anche se mi chiedono:
dove sono i compagni che ridevano?
Quanti sono qui con me, e quanti
negli antichi frutteti lungo il sentiero che porta a Marzùca
e nel boschetto che sovrasta la ferrovia?
Quando canta Rihanna e c’è la luna
e la terra scintilla per la brina appena caduta
ed è mezzanotte e non c’è un’anima in giro
è come se balzasse un levriero di fumo
che prende a rincorrere il vento di sud-ovest
che scivola veloce lungo la statale
e agita l’erba e il mio aquilone il mattino dopo
è sopravento benché a tratti sussulti
e la coda ondeggia per un attimo
poi sprofonda nella quiete
e le cornacchie ruotano e ruotano
e sfiorano le colline lontane che dormono
c’è il bosco oltre la ferrovia che è immobile
nell’immobilità dell’autunno di mezzo
non c’è che la polvere del tempo sollevata
dalle auto e dal vento e la ferrovia che lentamente
va scomparendo una volta che sono entrato
nella bottega del mio falegname e ho tremato
quando ho visto il diamante con cui tagliava
il vetro e mia zia che aveva messo una calamita
sotto il barile del vino nella cantina di Sciankèt
eppure ognuno di noi, di noi ragazzi bianchi
che aveva fatto lo scemo con il pesce e anche
con l’uccello e la tigre, pure noi non sappiamo
niente di più di quello che sapeva il diamante
che tagliava il vetro lungo il meridiano
del mio oggetto a Rihanna è così che è come il treno
di mezzanotte che entra in stazione e adesso è solo
un bicchiere su un tavolo o un campo di grano,
una città, una giovane donna con angeli che si chinano su di lei
ditemi che è come un orologio che ho sentito
andare più adagio ditemi che c’è intorno a lei
un’aria di eternità come la fredda, chiara luce
che all’alba c’era nel solleone della mia nascita
ditemi che quel sole e le silenziose stelle sono gli stessi
che nulla è dimenticato, eccetto che il mio tempo
e la memoria del mio esserci, che tutto è cambiato
e tu cammini pensierosa lungo la riva
in mezzo allo sciabordio del vento tra gli alberi
d’arancio finché ti sei fermata sotto il cielo blu
ed è allora che eri dentro l’autunno
che fa di qualsiasi cosa sotto di sé
il nostro luogo d’incontri nel bosco
dove non c’è nessun ruscello che curvi da se stesso
[da: Se fosse l’Antologia di Diamond Demon? ]
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