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V.S.Gaudio • Il cane di Yehoshua e l' onos di Niusia

Creato il 13 maggio 2013 da Vsgaudio @vuessegaudio
V.S.Gaudio • Il cane di Yehoshua e l' onos di Niusia
Il cane di Yehoshua e l’onos di Apolloni
Ma certo che questa storia d’amore non è finita con quel capitolo, è che ilbiglietto, l’indizio qualunque di lei che si ricorda di questa vostra storiad’amore iniziata in California e rivissuta nel deserto del Sinai oltre che tuttaintera nella mia mente è nella mia pazzia d’amore per una ragazza altrettantopazza e fuori di senno da crederti un coniglio quando invece io che sono? Unasino, salvo che non ho saggezza da vendere e tuttavia per questa storiadell’onagro, o dell’Onos, Niusia mi sa che è dentro Ura Rumis o Ura Onagerper come è scritto nel messaggio che ho lanciato sul web prima che partisse lacampagna pubblicitaria della “Giulietta” per Uma Thurman, tanto che,

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Uma Thurman vs Ura Rumis


avendola vista, la campagna pubblicitaria televisiva, dovrò rimettere mano almio commento, cosicché possa arrivare a dirle dov’è finito il “Tamahacan” oquel silenzio che appena si fa ombra sembra tra naso e muso quella di untucano, che, come i cani che lasciano i kibbutz, questo è nella “sorprendenteinvenzione” di Yehoshua che ribalta il finale di “Il divorzio tardivo”22, hannodentro i mutamenti d’odore dello Stato d’Israele o, se vogliamo, cos’è alloraNiusia, un manifesto sullo stato attuale della letteratura intitolato “tra unmorso dell’asino e il raglio di Ura Onager”, che, è questo che c’è scritto sulbiglietto di Niusia, quando ancora nell’industria culturale si è appena giunti ascoprire che il finale migliore è quello che non c’è…Arrivano a sgretolare nel Novecento la letteratura dei finali dell’Ottocento,tra romanzo di un certo peso come quello di Yehoshua e le seriali trilogie chevorrei proprio vedere chi cazzo li legge e per quale valore d’uso, o i romanzifiume alti o thriller di questo o di quello, financo tirando dentro i guizzi damaestro di due registi, uno che prende posizione e l’altro che regala un’ultimainquadratura da antologia [che solo a sentirla la parola, mi fa pensare aiCustodi dell’Antologia che, al loro confronto, l’iniziatore del “Canone”, che,nonostante questo, è entrato dentro Whitman in modo memorabile, è unribelle alla Rimbaud, estraneo alla propria cultura…].Il cane di Yehoshua scrolla via i resti della pioggia, arriva al letto dellamadre-padrona, dove c’è l’odore di noci umide, che, andatelo a vedere, haqualcosa del letto sotto l’albero di noce della leggenda celtica collegata allacostellazione del Piccolo Cane; esce attraverso la cucina e sente l’odoresegreto del sole: alza la testa verso il cielo, verso il grande cane…lui chiedeoggi buoni odori in abbondanza; Apolloni e io cosa chiediamo all’Onos diNiusia? Sogni bagnati, rivedere ancora, “non so se in sogno o da sveglio, oforse fu lì che lo sognai la prima volta, quel gran correre di macchine su stradedi montagna tra gente divertita all’inizio della gara, spensierata durante tutto iltempo ed annoiata verso la fine quando annottava e trovava le strade sbarrateda transenne di macchine inferocite per essere state lasciate in sosta comefossero cavalli di posta mentre il padrone si fa un bicchiere e spara due colpi,sognando di Niusia tra le restucce calde che mi davano il solletico alle naticheo il prurito alle narici per l’odore voluttuoso, che mi facevano desiderare ilsuo corpo e desiderare di vederla per viverci accanto qualche ora quantobastava per ridarmi l’ebbrezza d’allora e la pienezza del senso da dare allavita”23, o la possibilità tra un morso e un raglio di riscrivere lo stessomanifesto sullo stato attuale della letteratura?Non è che non sappiamo più nulla di lei, ma è che fattasi oggetto a, Niusia,che ha in sé, nel nome, la spillatura letterale dell’“Asino”24, i Trans-scrittori èquesto che fantasmizzano, il vento che soffia in un gregge di puledre cheorinano e Rudiobos, la figlia del dotto centauro Sena, si trova nuda in mezzo aloro, cosicché Borea, il vento, possa infilarsi in lei e fecondarla, in questomodo la libido infinitista finirà col fare la costellazione che ha nome Niusia, ilpiccolo cavallo, l’asino, Onos.È Ignazio Apolloni a riscrivere allora il finale, come fece Abraham B.Yehoshua: “Verso il cielo ho alzato la testa, vedo il piccolo cavallo – dammioggi il vento della libido infinita. Ho chiuso gli occhi, su un fianco mi sonodisteso e ogni giorno vado come Borea a trovare Niusia e l’amo. Lei, anche sepensa spesso di non essere altro che un giocattolo nelle mani del suo dio,fronteggia la morte, alla luce di tutto ciò che è stato intrapreso per sterminarel’Altro, illumina l’indistruttibilità dell’Altro; Niusia fa irruzione nella mia vitasotto forma di un gesto, di un segno del suo volto, di una forma, di una parola,di un racconto25, di un tratto la cui evidenza è folgorante finché miaddormento”.
22 Uscì la prima volta in ebraico nel 1982; la versione nuova di quel libro, incui tutto è rimasto uguale, tranne le ultime pagine, è uscita in questo stessomese di maggio. Cfr. il finale tradotto da Alessandra Shomroni in: “Yehoshuae il cane”, in L’espresso, n. 22, Roma, 3 giugno 2010.23 Ignazio Apolloni, ibidem: capitolo Settimo, p. 180 della prima edizione.24 “Tacevano (…) l’istruttore dei soldati, l’ambulanza, la sirena del cantiere, ilfischietto alla stazione, lo strillone, la mucca, la pecora e il raglio dell’asino”(Ignazio Apolloni, ibidem, capitolo Terzo, pp. 67-68 della prima edizione). Lapapera è l’oggetto a dell’eroe-locutore, ma non entra nel paradigma cheNiusia attiva come analemma esponenziale, anche se è la papera cherimorchia l’eroe-locutore quando era stanco di starle sulla groppa e si calavanel suo “dolce e soporoso battellino” (cfr. prima edizione di Niusia: capitoloSesto, p. 148): ...se dovessimo calarci anche noi in questo battellino nel lagoin cui l’eroe era vissuto, dovremmo tirar dentro “Il lago delle strolaghe” di E.L. Doctorow, non vi pare? Ma, poi, la papera non è l’oggetto a, perché è soloinciampando in qualcosa che fa progredire così tanto il fallo significante chesi sente il bisogno di giocare continuamente con l’angoscia.25 “E fu a questo punto che Niusia fece la più grossa delle sue già classicheosservazioni riportate di bocca in bocca alla fonte originaria che sentendolaannichilita e svuotata di contenuto ed emotività se l’inghiottì e non ci fu piùverso di fargliela ripetere tanto che qualcuno s’era pentito di aver fatto datrait-d’union in tale catena di leggenda e tentava di riportare alla memoriaquella frase che val bene una vita e che ha permesso a qualcuno l’entrata nellastoria in punto di morte e ad altri il mancato ingresso per errata attribuzione odistrazione di compilatori di storie vissute o semplicemente sofferte”, IgnazioApolloni, ibidem, capitolo Terzo, p. 65 della prima edizione).

[Dalla Introduzione di V.S.Gaudio, alla 2^ edizione- a 36 anni dalla prima-di Ignazio Apolloni, Niusia, edizioni Arianna Palermo 2012,  che potete leggere integralmente in  “Rivista di Studi Italiani”, anno XXX, n.1,Toronto giugno 2012]

V.S.Gaudio • Il cane di Yehoshua e l' onos di Niusia

Ignazio Apolloni,Niusia,
Edizioni Arianna Palermo 2012
V.S.Gaudio • Il cane di Yehoshua e l' onos di Niusia
L'introduzione, Niusia e l'insolubilità della letteratura, di V.S. Gaudio



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