Nella giornata che ricorda le sofferenze di Vukovar e l'esilio di oltre la meta' dei suoi abitanti, immersi nella memoria di tutte le vittime di questa citta' piu' sofferente della Croazia sotto guerra di agressione, in modo simbolico si sono riuniti, secondo le stime, circa 50.000 persone che hanno marciato nella tradizionale marcia di ricordo, per la cosidetta 'via crucis' dall'ospedale di Vukovar fino al cimitero memoriale delle vittime della Guerra per la patria. Sono le stesse vie che venti anni fa hanno dovuto percorrere in una marcia muta gli abitanti di Vukovar rimasti in vita, portando con se una o due buste in mano, costretti ad abbandonare la loro citta' occupata dalle forze serbe, caduta dopo tre mesi di resistenza. Oggi, tutti ricordiamo quel tragico 18 novembre 1991.
Oggi a Vukovar c'erano le massime autorita' dello stato, il presidente Ivo Josipović, il presidente del Sabor recentemente sciolto in vista delle elezioni Luka Bebić, la premier Jadranka Kosor i ministri del governo, i difensori croati, la societa' dei prigionieri dei campi di concentramento serbi ma anche pellegrini da tutta la Croazia e dalla vicina BiH. Oggi Vukovar ha ospitato il doppio numero dei suoi cittadini, tutti quelli che in questo momento particolare hanno voluto esprimere la loro solidarieta' e memoria alle persone corraggiose che hanno dato la loro vita ma anche sopravvisuto la tragedia di Vukovar. Tutte le strade che percorrevano sono state illuminate da migliaia di candele.
"Vukovar e' il nostro orgoglio. Siamo qui oggi come ogni anno per commemorare il sacrificio di Vukovar. Questa citta' e' il nostro simbolo e la nostra motivazione di lavorare di piu' e meglio. Da una parte, con tristezza ricordiamo tutti quelli giovani e non soltanto giovani che hanno sacrificato la loro vita per la difesa di Vukovar e della Croazia, dall'altra parte siamo orgogliosi di loro perche' ci hanno lasciato il messaggio piu' prezioso, quello dell'amore e del patriotismo. La marcia della memoria e' la dimostrazione di quanto la gente apprezza questa parte della storia croata" ha detto il presidente Josipović a Vukovar.
Anche se in piena campagna elettorale, oggi tutti si sono astenuti di utilizzare la tragedia di Vukovar per scopi elettorali. Ma i candidati hanno preso parte dell'evento mantenendo il comportamento dignitoso e senza dichiarazioni e messaggi politici. Il lider dell'opposizione e uno dei candidati piu' seri per la carica di futuro premier, il socialdemocratico Zoran Milanović ha detto ai giornalisti brevemente che "la Marcia della memoria non e' il luogo per fare dichiarazioni". La premier Jadranka Kosor ha ribadito che "la questione delle persone scomparse che ancora stiamo cercando deve essere il punto di partenza in tutti i colloqui con il paese vicino (la Serbia). Dobbiamo trovarli, e tutti quelli che sono responsabili per le sofferenze di Vukovar e dei suoi cittadini devono rispondere".
Per la prima volta nella Marcia di memoria, che era lunga oltre cinque chilometri, hanno marciato ache Bojan Glavašević, figlio del noto corrispondente di guerra della Radio croata di Vukovar Siniša Glavašević, ucciso ad Ovčara e poi anche Lyliane Fournier, la madre del volontario francese Jean-Michel Nicolier altrettanto ucciso ad Ovčara, il cui corpo non e' stato mai ritrovato.
[*] Corrispondente di Radio Radicale