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Wàla Lab ss2014. Parola d’ordine: trasformazione!

Creato il 24 ottobre 2013 da Dmoda

_X1A0058Un vestito che diventa una tuta o una gonna un gilet. Lo stesso concetto di abito si trasforma e si evolve per Wàla Lab, brand romano nato nel 2010 delle esperienze di Giorgia Feliciano e Fiorenza Molli. Unendo la moda e la sartorialità all’industrial design, le due giovani designer danno vita a creazioni dinamiche, multifunzionali e trasformabili: abiti e accessori camaleontici che permettano alle donne di giocare e di reinventarsi, rappresentando se stesse a seconda del proprio umore e dei propri desideri. Wàla Lab presenta collezioni particolarmente studiate,  dal sapore minimalista e dal forte impatto, outfit che incuriosiscono e che cambiano a seconda della creatività di chi li indossa.

E per conoscere meglio l’affascinante mondo Wàla Lab, guardiamolo ora attraverso gli occhi delle sue fondatrici, Giorgia e Fiorenza, che DModa ha intervistato per voi in occasione dell’uscita della nuova collezione ss2014.

Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014

Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014

Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014
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Wàla Lab ss2014

Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014
Wàla Lab ss2014

Definite l’atto del vestire “un’alchimia tra dinamismo, funzione e stile”. Che cosa significa?

Un abito non ha come sola funzione quella di “coprire”: scegliamo cosa indossare, affinché si adatti alle nostre necessità, da quelle legate alla praticità a quelle più emozionali dello stile, ed esse variano in base alle situazioni che, proprio per loro mutevolezza, non possono che essere individuali. Vestirsi è creare un alchimia, intesa come risultato ottenuto dal connubio di elementi materici e non.

Cosa vi ha spinte a scegliere di creare abiti così camaleontici?

Avere un abito che possa adattarsi, mutare, per poter trasformare soprattutto chi lo indossa. Variazioni di funzione e stile ottenuti non solo con “diversi abiti”, ma con abiti pensati in modo diverso e che abbiano in sé la capacità di generare un pensiero diverso del concetto di vestire.

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Come immaginate sia la donna che veste Wàla Lab?

 La donna che indossa Wàla non ha età: la mattina si sveglia adulta e la sera invece è giovanissima, o viceversa. Entrambe, però, hanno uno spirito curioso e indipendente, sono in cerca di uno stile personale che rimane sempre sobrio. Il nostro sforzo progettuale, infatti, è quello di ottenere dei capi semplicemente complessi, dove il contenuto viene esaltato dalla linearità dei tagli e dall’impiego di colori neutri, che escano dal concetto di moda stagionale.

Due menti in un solo brand. Che cosa c’è di Giorgia in Wàla Lab e che cosa di Fiorenza?

Questo è un progetto che portiamo avanti dai primi anni di università, accantonato e ripreso più avanti, dopo aver fatto esperienze personali e lavori diversi. L’idea, quindi, è talmente radicata in entrambe che è difficile stabilire ora le parti: nulla sarebbe stato lo stesso senza una delle due. Per creare lavoriamo a 4 mani e non riusciremmo a farlo altrimenti. Solo successivamente, prendendo forma e struttura, questo progetto ha richiesto una suddivisione dei ruoli, ma riguarda attività strettamente amministrative del lavoro.

Un abito per Wàla Lab non è un solo vestito, ma:

Un progetto, un percorso, un idea, uno stile. Una maschera che non cela, ma esalta, che crea sul corpo sfumature come il pennello sulla tela bianca.

di Erika Molinari


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