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Wall Street: è sell-off

Da Pukos
Wall Street: è sell-off

Forse è suonato l’allarme

La “guerra” alla Russia fa molto male ai listini occidentali.  Nessun titolo del DJ e dello S&P100 si salva dalle vendite. Il Nasdaq perde quasi due punti percentuali.

Quando un indice perde l’1,5% ed il miglior titolo appartenente a quel listino scende dello 0,9% è doveroso parlare di “sell-off”, un termine anglosassone che potremmo tradurre con “svendita”.

Si ha un sell-off quando il mercato “scappa” da una posizione, potrebbe trattarsi di un singolo titolo oppure di un intero indice, nel primo caso si ritiene che, per un determinato motivo, il titolo vada venduto in quanto il prezzo non è più rappresentativo del valore, nel secondo caso perché si pensa che sia l’intero mercato ad essere sopravalutato e quindi occorre vendere ciò che si ha per le mani, senza fare particolari distinzioni.

E così è accaduto oggi, i dati macro non c’entrano nulla, è vero che gli ordinativi di beni durevoli sono crollati (-18,2%) nel mese di agosto, ma solamente per il venir meno dei jet della Boeing, se si esclude infatti il comparto trasporti il dato torna positivo (+0,7%).

E possiamo fare un discorso analogo per le prime richieste di sussidi alla disoccupazione che sono salite (+12.000 unità), ma meno del consenso.

Insomma questo non è un fulmine a ciel sereno, è il terzo ribasso nelle ultime quattro sedute, il mercato si è improvvisamente reso conto che aveva già scontato tutte le notizie positive e non ne potevano venire di nuove.

Il momento del rialzo dei tassi si avvicina inesorabilmente e nonostante le continue rassicurazioni dei banchieri centrali l’infinità liquidità avrà un termine.

Il cambio Euro/Dollaro nella prima mattinata era sceso addirittura sotto quota 1,27 riguadagnando poi mezza figura durante la giornata.

Insomma il momento è topico e la volatilità è inevitabilmente aumentata, come nelle previsioni.

Ma ciò che più ha sorpreso, in questa seduta, non è tanto l’entità del ribasso, dopotutto avevamo assistito a cali più consistenti ad esempio il 31 luglio, oppure il 10 aprile, bensì la totale mancanza di titoli che siano andati in controtendenza, non solo infatti nessun titolo che rientra nell’indice Dow Jones si è salvato dalle vendite, ma non ci sono frecce verdi neppure sullo S&P100 e per quanto riguarda il Nasdaq 100 soltanto una eccezione (Broadcom) ha concluso le contrattazioni con un frazionale rialzo.

E questo fatto deve far molto riflettere gli investitori anche per le prossime sedute.

Dow Jones (-1,54%) per il momento chiamiamole prese di profitto, hanno colpito principalmente JP Morgan (-2,40%), Unitedhealth (-2,30%) e Microsoft (-2,21%).

S&P500 (-1,62%) torna sotto quota 100 dollari Apple (-3,81%) dopo che la casa di Cupertino ha fatto una bruttissima figura con il nuovo iOS 8, forti storni anche per Biogen (-3,73%) ed EMC Corp (-3,06%).

Nasdaq (-1,94%) come anticipato si è salvata Broadcom (+0,35%)

Ancora penalizzato dalle vendite Vimpel (-4,22%), scende nuovamente Tripadvisor (-3,33%) ed inevitabili prese di profitto per Nxp Semiconductors (-3,32%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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