Nuovi record per DJ e S&P500
Bene IBM, Visa e Pfizer, in calo Goldman Sachs, Coca Cola e JPM. Sul Nasdaq settore biotech sugli scudi con Regeneron Pharma e Biogen.
Il Dow Jones è arrivato a sfiorare i 17.000 punti (16.998,70 il massimo intraday), poi sul finale ha leggermente ritracciato, ma rimane comunque questo di oggi il più alto fixing mai registrato nella storia dal più vecchio indice del mondo: 16.956,10 punti.
Naturalmente ha ritoccato nuovamente il proprio record storico anche l’indice di riferimento della Borsa americana, lo S&P500 che ha terminato le contrattazioni odierne a quota 1.973,32 punti, anche in questo caso una barriera psicologica straordinaria, come quella dei 2.000 punti è a portata di mano.
Ma la miglior performance giornaliera è ancora una volta quella del Nasdaq arrivato alla strabiliante quota di 4.458,33 punti, chiusure superiori a quella odierna si sono avute solo in quel momento di pazzia assoluta nei mesi di febbraio e marzo dell’anno 2000.
Insomma dove vogliono arrivare gli indici americani?
Ed ancora, se dovessero innescarsi delle vendite cosa potrebbe accadere sui mercati?
Ovvio che sono domande senza risposta, ma sono anche quesiti che ogni investitore dovrebbe porsi, non solo quelli che operano sul mercato statunitense.
Il primo trimestre dell’anno, negli Usa, si è concluso con il Pil in contrazione del 2,9%, ok sappiamo tutti … il freddo e bla bla bla, ma di quanto deve salire, in questo secondo trimestre appena concluso, per rimettere i conti in carreggiata?
Ma ciò che va guardato per capire come muoversi sul mercato oggi non sono gli indici di Borsa, e neppure i dati macro, oggi si deve guardare ai tassi di interesse ed al cambio euro/dollaro.
Fin quando rimarranno su questi livelli, cioè tassi a zero ed Eur/Usd sopra quota 1,30 (oggi siamo addirittura a 1,368 una pura follia!), la liquidità andrà lì, dove altro potrebbe andare? Ma se i tassi dovessero aumentare e se la Bce facesse qualcosa di serio per avere un cambio meno sfavorevole …
In quel caso occorrerebbe davvero essere molto prudenti, perché lo storno potrebbe superare il 30% rispetto ai livelli attuali, veramente si correrebbe il rischio di rimangiarsi i guadagni degli ultimi tre anni.
A riprova di quanto diciamo da tempo anche oggi il mercato non ha minimamente guardato ai dati macro rimasti sotto le attese, in calo, anche se lieve, l’indice ISM che misura il sentiment sul settore manifatturiero, le previsioni erano per un rialzo, ed anche le spese per costruzioni sono aumentate di un misero 0,1% (attese +0,4%).
Dow Jones (+0,77%) bel rimbalzo di Ibm (+2,80%), a seguire altri due titoli che in quest’anno non hanno ancora dato buone soddisfazioni ai loro azionisti, mi riferisco a Visa (+1,68%) e Pfizer (+1,35%).
Cinque i titoli che hanno terminato le contrattazioni con ribassi seppur minimi, e precisamente: Goldman Sachs (-0,38%), Coca Cola (-0,17%), JP Morgan (-0,09%), Du Pont (-0,05%) e Chevron (-0,01%).
S&P500 (+0,67%) svetta General Motors (+3,55%) davanti a due titoli del comparto biotecnologico che oggi è stato particolarmente brillante: Biogen (+2,99%) e Gilead Sciences (+2,87%).
Prese di beneficio oggi hanno colpito Exelon (-2,14%), cali più contenuti per Bristol-Myers Squibb (-0,80%) e Southern Company (-0,66%).
Nasdaq (+1,14%) due titoli nettamente sopra tutti, si tratta di Regeneron Pharma (+7,41%) tornato prepotentemente sopra quota 300 dollari e Netflix (+7,38%), molto bene anche Alexion Pharma (+4,19%).
Sul fondo Intuitive Surgical (-1,29%), poi Monster Beverage (-1,25%) quindi Sirius XM Radio (-0,72%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro