Walt Whitman (West Hills, 31 maggio 1819 – Camden, 26 marzo 1892), fu un poeta, scrittore e giornalista statunitense. È conosciuto per essere l'autore della famosa raccolta di poesie Foglie d'erba (pubblicata in diverse edizioni a partire dal 1855).
O Captain! My Captain!
O Captain! My Captain! our fearful trip is done;
The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won;
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
O Captain! My Captain! rise up and hear the bells;
Rise up-for you the flag is flung-for you the bugle trills;
For you bouquets and ribbon'd wreaths-for you the shores a-crowding;
For you they call, the swaying mass, their eager faces turning
Here Captain! dear father!
This arm beneath your head;
It is some dream that on the deck,
You've fallen cold and dead.
My Captain does not answer, his lips are pale and still;
My father does not feel my arm, he has no pulse nor will;
The ship is anchor'd safe and sound, its voyage closed and done;
From fearful trip the victor ship comes in with object won
Exult, O shores, and ring, O bells!
But I with mournful tread,
Walk the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
Oh Capitano! Mio Capitano!
Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.
Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
la nave austera e ardita.
Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.
O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.
Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.
Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, né volontà;
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.
+
da Walt Whitman, Foglie d’erba, Ed. Demetra, traduzione di Alessandro Quattrone, 1997
COME, said my soul,
Such versed for my Body let us write (for we are one),
That should I after death invisibly return,
Or, long, long hence, in other spheres,
There to some group of mates the chant resuming,
(Tallying Earth’s soil, trees, winds, tumultuous waves,)
Ever with pleas’d smile I may keep on,
Ever and ever yet the verses owning – as, first,
I here and now, Signing for Soul and Body, set to them my
name.
Walt Whitman
*
Ascolta, disse la mia anima,
scriviamo per il mio corpo (in fondo siamo una cosa sola)
versi tali
che se, da morto, dovessi invisibilmente tornare sulla terra,
o in altre sfere, lontano, lontano da qui,
e riassumere i canti a qualche gruppo di compagni
(in armonia col suolo, gli alberi, i venti, e con la furia delle onde),
io possa ancora sentire miei questi versi,
per sempre, come adesso che, per la prima volta, io qui segno il mio nome
firmando per l’anima ed il corpo
Walt Whitman
Me Imperturbe
ME imperturbe, standing at ease in Nature,
Master of all or mistress of all, aplomb in the midst of
irrational things,
Imbued as they, passive, receptive, silent as they,
Finding my occupation, poverty, notoriety, foibles,
crimes, less important than I thought,
Me toward the Mexican sea, or in the Mannahatta or
the Tennessee, or far north or inland,
A river man, or a man of the woods or af any farm-life
of these States or of the coast, or the lakes or
Kanada,
Me wherever my life is lived, O to be self-balanced for
contingencies,
To confront night, storms, hunger, ridicule, accidents,
rebuffs, as the trees and animals.
*
Io imperturbabile
Io, imperturbabile, sto bene nella Natura,
padrone di tutto o signora di tutto, sicuro di me nel mezzo
delle cose irrazionali,
permeato come esse, passivo, ricettivo, silenzioso come
esse,
scopro che la mia occupazione, la povertà, la fama, i
punti deboli, i delitti, sono meno importanti di
quanto pensassi,
io, verso il mare dl Messico, o a Mannahatta, o nel
Tennesse, o nell’estremo nord, o nell’interno,
un rivierasco, o un abitante dei boschi, o un fattore in
uno di questi stati, o della costa, o dei laghi, o del Canada,
dovunque io trascorra la mia vita, oh essere equilibrato
in ogni circostanza,
affrontare la notte, le tempeste, la fame, il ridicolo, gli
accidenti, i rifiuti, come fanno le piante e gli
animali.
da ‘Il Canto di me stesso’
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There is that in me – I do know what it is – but I
know it is in me.
Wrench’d and sweaty – calm and cool then my body
becomes,
I sleep – I sleep long.
I do not know it – it is without name – it is a a word
unsaid,
It is not in any dictionary, utterance, symbol.
Something it swing on more than the earth I swing on,
To it creation is the fiend whose embracing awakes
me.
Perhaps I might tell more. Outlines! I plead for may
brothers and sisters.
Do you see O my brothers and sisters?
it is not chaos or death – it is form, union, paln – it is
eternal lifes – it is Happiness.
*
C’è questo in me – non so che cosa sia – ma so che è in
me
Contorto e sudato – il mio corpo poi diventa calmo e
fresco, ed io dormo – dormo a lungo.
Non lo conosco – non ha un nome – è una parola non
detta,
non si trova in nessun dizionario, in nessun simbolo, in
nessuna espressione.
Qualcosa lo fa oscillare più che la terra dove oscillo io,
la creazione è la sua amica che mi sveglia con un
abbraccio.
Forse potrei dire anche di più. Abbozzi! Io tutelo i miei
fratelli e le mie sorelle.
Vedete, fratelli miei, sorelle mie?
Non è caos, non è morte – è forma, unione, piano, – è
vita eterna – è Felicità
da ‘Calamus’
Here the frailest leaves of me
HERE the frailest leaves of me and yet my strongest
lasting,
Here I shade and hide mu thoughts, I myself do not expose them,
And yt they expose me more than all my other poems.
Qui le più fragili mie foglie
Qui le più fragili mie foglie, e tuttavia quelle che più
forti resisteranno,
qui copro e nascondo i miei pensieri, non voglio
rivelarli,
e tuttavia essi mi rivelano più che tutti gli altri miei
versi.
da ‘Meriggio alla notte stellata’
The mystic Trumpeter
HARK, some wild trumpeter, some strange musician,
Hovering unseen in air, vibrates capricious tunes
tonight.
I hear thee trumpeter, listening alert I catch thy notes,
Now pouring, whirling like a tempest round me,
Now low, subdued, now in the distance lost.
Il mistico suonatore di tromba
Ascoltate, uno sfrenato suonatore di tromba, uno
strano musicante,
si libra invisibile nell’aria. Motivi capricciosi risuonano
stanotte.
Ti odo, suonatore, ascolto attentamente e colgo le tue
note,
che ora si riversano, turbinando come una tempesta
attorno a me,
ora basse, smorzate, ora perdute nella lontananza.
da ‘Canti d’addio’
As the Time Draws Nigh
AS the time draws nigh glooming a cloud,
A dread beyond ofI know not what darkness me.
I shall go forth,
I shall traverse the States awhile, but I cannot tell
whither or how long,
Perhaps soon some day or night while I am singing my
voice will suddenly cease.
O book, O chants! must all then amount to but this?
Must we barely arrive at this beginning of us? – and yet
is enough, O soul;
O soul, we have positively appear’d – that enough.
Ora che il tempo è vicino
Ora che il tempo è vicino, una nuvola cupa,
un terrore mai prima conosciuto mi oscura.
Me ne andrò lontano,
attraverserò gli Stati per qualche tempo, ma non so in
che direzione, né per quanto tempo,
forse presto, un giorno o una notte, mentre starò
cantando, la mia voce all’improvviso cesserà.
Oh libri, oh canti! Infine non sarà che questo
il risultato di tutto?
Dobbiamo arrivare semplicemente a questo inizio di
noi? – E comunque è abbastanza, anima.
Oh anima, di certo siamo apparsi – e questo basta.
The Untold Want
THE untold want by life and land ne’er granted,
Now voyager sail thou forth to seek and find.
Il desiderio inesprimibile
Il desiderio inesprimibile, che mai vita né terra
esaudirono,
ora tu, viaggiatore, salpa e va’ a cercarlo, va’ a trovarlo.
da ‘Granelli di sabbia dei settant’anni
To those Who’ve Fail’d
TO those Who’ve Fail’d, in aspiration vast,
To unnam’d soldiers fallen in front on the lead,
To calm, devoted engineers – to over-ardent travelers -
to pilot on their ships,
To many a lofty song and picture without recognition -
I’d rear laurel-cover’d monument,
High, high above the rest – To all cut off before their
time,
Possess’d by some strange spirit of fire,
Quench’d by an early death.
A quelli che hanno fallito
A quelli che avevano alte aspirazioni, e hanno fallito,
ai militi ignoti caduti in prima fila, combattendo,
ai macchinisti tranquilli e fedeli – ai viaggiatori troppo
ardenti – ai piloti nelle loro navi,
ai numerosi sublimi canti o dipinti mai riconosciuti -
vorrei erigere un monumento tutto coperto
d’alloro,
alto, più alto di ogni altro – a quanti furono falciati
prima del tempo,
posseduti da uno strano spirito di fuoco,
spenti da una morte precoce.
The First Dandelion
SIMPLE and fresh and fair from winter’s close emerging,
As if no artifice of fashion, business, politics, had ever
been,
Forth from its sunny nook of shelter’d grass – innocent
The spring’s first dandelion shows its trustful face.
Il primo soffione
Semplice, fresco e bello, spuntando al morire
dell’inverno,
come non ci fossero mai stati artifici di moda, affari,
politica,
dal suo angolo in mezzo all’erba – innocente,
dorato, calmo come l’aurora,
il primo soffione di primavera ci mostra il suo volto
fiducioso.
FONTI: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/
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