Walter Chiari è stato uno dei personaggi televisivi che più riuscivano a calamitare la nostra attenzione da ragazzi. Eravamo totalmente incapaci di staccare gli occhi dal suo viso, dalle sue smorfie, dalla sua voce allenata ad essere drammaticamente divertente e viceversa.
Il 20 dicembre 2011 si spegneva un attore – non solo un comico come molti tendono a pensarlo o a etichettarlo- muscolare, unico, funambolico e noi purtroppo non siamo riusciti a ricordarlo in tempo a causa del blocco del blog per manutenzione.
Ci rifacciamo oggi consigliando in modo entusiastico a tutti voi il libro WALTER E IO (Baldini Castoldi) scritto proprio dal figlio di questo nostro mito in bianco e nero, Simone Annicchiarico.
Un testo essenziale per comprendere Chiari, introspettivo nella sua (s)oggettività familiare e nei ricordi snocciolati con grande passione e amore per un padre che poteva distare anni luce come essere a un millimetro dall’anima di un figlio che scrivendo in questi cinque anni (tanti ce ne sono voluti per ricreare la trama, il tessuto necessario dei ricordi per poterne parlare) ha raccolto aneddoti, storie e episodi che riguardavano il padre. In un legame simbiotico che vive ancora oggi, forte più che mai.
Incontri incredibili (da Roger Moore a Gene Hackman), storie roboanti e momenti di pacata riflessione celebrano un uomo che amava giocare, scherzare e smentire la morte (dopo essere stato ricoverato per una leggera ischemia fa finta di avere metà del volto paralizzata per poi ridere dello scherzo), un uomo in perenne fuga, gettato in un ripida discesa che affronta a occhi chiusi e con il sorriso sulle labbra.
Una figura a tratti controversa, fortemente carismatica eppure a volte fragile.
La lettura di WALTER E IO è commovente, ilare, gioiosa e reminiscente.
Fa tornare indietro nel tempo e dire “Ciao Walter. Quanto ci manchi”
Buona scelta
IBD
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