2 maggio 2011 admin Società
Nell’ anno internazionale delle foreste mi piace presentarvi un’altra donna che sta facendo tanto per il pianeta: Wangari Maathai, la prima donna cetrafricana che ha conseguito una laurea (1971, Università di Nairobi, in biologia), ha ottenuto una cattedra alla Facoltà di Veterinaria (per i 6 anni successivi) e ha preteso, con successo, la stessa retribuzione dei suoi colleghi uomini ma con il titolo “professore maschio onorario”.
Wangari Maathai è nota per aver fondato il Green Belt Movement (1977), associazione ambientalista che ha piantato oltre 40 milioni di alberi in Kenya, (ma anche Etiopia, Tanzania, Uganda, Malawi, Zimbabwe) per combattere l’erosione della terra (ahimè i rapporti annuali dell’Associazione si fermano al 2007!).
Nel 2004 Wangari ha preso il Premio Nobel per la Pace.
La Maathai ha scritto diversi libri, tre dei quali pubblicati anche in Italia. Sto leggendo l’ultimo libro da lei scritto: La religione della terra.
Con il Green Belt Movement, mettendo a dimora le piante, facendole crescere e prosperare, le donne keniote hanno sperimentato la forza del legame con l’ambiente, l’appartenenza a un tutto, il potere di cambiare le cose.
Recuperare un rapporto diretto con la Natura, però, è solo il primo passo per ritrovare quella sintonia profonda – distrutta dalla cultura moderna – che da sempre ha garantito il benessere del pianeta e dei suoi abitanti, incluso l’uomo.
È necessario guardare al nostro passato e riconoscere le radici spirituali di un intero retaggio di precetti etici e religiosi , dal tikkun olam (ripara il mondo) delle Scritture ebraiche al mottainai (non sprecare) della tradizione giapponese, per capire che l’armonia naturale può essere ripristinata solo ispirando le nostre azioni ad autentici principi morali.
Se volete conoscere maggiori particolari sulla vita di Wangari ne ho parlato qui.