Dagli Usa con furore! E’ in questa domenica torinese che si è conclusa la prima edizione della Warrior Dash Italia, la gara a ostacoli che ricalca gli allenamenti dei soldati americani. Dopo Milano e Riccione, il Parco Ruffini è stato il teatro della terza e ultima tappa di questa competizione unica in Italia. “Abbiamo scelto Torino perché sarà Capitale Europea dello Sport 2015, – ha dichiarato Claudio Massa Responsabile Organizzativo dell’evento – volevamo chiudere un bellezza in una città che, oltretutto, ci ha accolto davvero a braccia aperte!”.
Agilità, determinazione, allenamento e voglia di divertirsi. Ecco gli ingredienti per essere dei veri “guerrieri”. Questo è infatti il modo in cui i partecipanti amano chiamarsi e soprattutto è proprio così che oggi si sono sentiti, mentre si arrampicavano lungo le funi del circuito, scavalcavano muri e strisciavano nel fango.
Non solo sport anche musica, animazione e attività adrenaliniche non solo per i partecipanti, ma anche per il pubblico di appassionati, amici e familiari venuti ad assistere a questo spettacolo.
Anche a Torino, il migliore è stato Francesco Sciacca, per Eden Iper Circuito di Reggio Emilia che ha deciso di festeggiare il suo trentesimo compleanno da vero eroe. L’atleta neo trentenne ha dichiarato: “Sono finito per caso a fare questo sport, dopo 12 anni di ciclismo e 6 di motociclismo. Mi piace perché si corre all’aria aperta e si sta in compagnia. Lo consiglio a tutti, ti da una carica incredibile!”
Volti pitturati in ogni modo, dai disegni maori a scritte assurde, fino all’effetto “cadavere”, accompagnati a costumi improbabili, di chi ama esibirsi, ma senza prendersi troppo sul serio. Nessuno invece ha scherzato sulla preparazione atletica. Prima della gara, un percorso di circa 7 km con 12 ostacoli previsti, gli atleti si sono anche cimentati in allenamenti folli all’interno del PalaRuffini organizzati da Percorsi in Movimento Srl con il support di Vibram Five Fingers, main sponsor della manifestazione.
Un’occasione per sperimentare le insolite calzature “con le dita”, nuova frontiera dello sport e per “uscire dai nostri soliti ruoli, – ha dichiarato una partecipante – non è affatto male, per una volta, non essere madre, moglie e lasciare andare il mio lato più combattivo!”.
La partecipazione ha visto, soprattutto per le tappe precedenti probabilmente per questioni climatiche, un’inaspettata partecipazione femminile di circa il 30% del totale. Una dimostrazione su come, anche le donne, amino sentirsi un po’ guerriere.
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Tatiana Zarik