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Weekly Book: Chiamalo Sonno, Henry Roth

Da Silbietta @silbi_etta

Weekly Book: Chiamalo Sonno, Henry RothOggi, non so se è per colpa del cambio d’orario o se ci ha messo lo zampino il fatto che sia la Giornata Mondiale della Lentezza, ma ho sonno.
Tanto sonno.
E non sono nemmeno l’unica.
Almeno, a giudicare la scarsa affluenza a scuola.
La campanella è suonata e, oltre alla Saruccia, sono entrati tre suoi compagni di classe…insieme ad una ventina di altri alunni.

Segno che, si, il cambio dell’ora è davvero letale.
Almeno per i bambini.
(O, magari, sono i genitori che utilizzano la scusa per alzarsi più tardi?).

E così, mi sono sforzata di sistemare casa (e l’ho pure fatto discretamente) per poi spiaggiare sul divano a tempo indeterminato.
Pc, telecomando e iphone munita.
Riposo si…ma tecnologico!

Che poi, a dirla tutta, magari il telecomando la prossima volta lo lascio sul buffet.
Tra imposte che aumentano vertiginosamente, notizie di cronaca nera, figli tolti ai genitori e tuttologi di dubbia provenienza non solo ti passa la voglia di vedere la tv…ma in certi casi si è pure a rischio ulcera perforante…

Giornata della Lentezza a parte, questa settimana ho voglia di continuare la mia opera di pulizia, sistemazione e “liberazione” dell’interno dalle cose futili.
Che saranno debitamente catalogate e poi vendute.
Sono un’accumulatrice.
Ho mucchi di roba di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza.
E molte di queste cose sono frutto di momenti di shopping senza senso, di miei momenti di voglia di comprare qualcosa per calmare un determinato umore non propriamente rosa.

Ecco.
Facciamo che questi momenti di follia, una volta ceduti, diventino positivi per chi li adotterà e per la sottoscritta.
So già che una cosa sarà difficile da affrontare:
la mia libreria.
Perchè, a differenza degli altri momenti di shopping, quelli che coinvolgono i libri non sono folli.
Sono pieni d’amore.
Quello che provo per la lettura e per determinati autori.
E, anche quando ho preso delle cantonate paurose beh…ho scoperto nuovi autori (dai quali magari è meglio tenersi lontani…ma è pur sempre un’esperienza).
Ecco.
Quando arriverà il momento di dar via i miei adorati libri c’è soltanto una cosa che spero:
che i nuovi proprietari siano innamorati delle loro pagine come lo sono stata io.

*********************

Il romanzo di oggi rappresenta un mio ritorno al passato.
Si tratta, infatti, di una delle opere che ho avuto occasione di leggere all’Università per un corso monografico di Letteratura Ebraico Americana.
Anche in questo caso, comunque, è una prima volta:
anni fa, infatti, lo lessi in inglese.

E ora sono curiosa di riscoprirlo pagina dopo pagina.

Buon inizio settimana!!

Chiamalo Sonno, Henry Roth

Il “caso Henry Roth” è forse l’unico nella letteratura del Novecento. Nel 1934 “Chiamalo sonno”, opera prima di uno sconosciuto newyorkese di ventotto anni, fu salutato dalla critica come un capolavoro. Poi l’oblio. Roth si ritirò nel Maine ad allevare anatre, e per decenni il suo silenzio è stato interrotto solo da qualche raro racconto. Nel 1960 alcuni critici influenti promossero la ristampa del suo romanzo e rapidamente, nel giro di pochissimi anni, “Chiamalo sonno” ha superato i due milioni di copie e oggi è considerato unanimamente un classico, uno dei massimi risultati della letteratura del secolo, non solo statunitense.

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