In una Lega sempre più cosmopolita, è ormai appurato che anche i bianchi ora dicono la loro. Spesso accusati di mancanza di atletismo o di “soft playing”, al giorno d’oggi ce ne sono almeno un paio in ogni squadra in grado di spostare gli equilibri e vincere le partite. Saltano subito alla mente i nostri: Bargnani è ormai l’uomo-franchigia a Toronto, dove prima dell’infortunio predicava nella desolazione targata Raptors con 22.3 punti e 6.5 rimbalzi di media, mentre Gallo (17 punti, 5.2 rimbalzi e 2.6 assist) è inserito nell’ottimo contesto di Denver e continua a crescere (Sky is the limit…), regalando perle come i 37 (contornati da 11 rimbalzi) al Garden contro i suoi ex compagni dei Knicks.
Resistono e, anzi, fanno ancora la voce grossa quel genio di Steve Nash (15 e 10 col 56% dal campo), unica luce a Phoenix da 2 anni a questa parte, l’esperto marinaio turco Hedo Turkoglu (11.8ppg, 3.6rpg e 4.6apg in quel di Orlando) e WunderDirk Nowitzki, fresco di Anello. Ginobili è infortunato ma sul parquet, a 35 anni suonati, resta sempre quel Mascalzone da Bahia Blanca che tanto ha fatto strabuzzare gli occhi a Gregg Popovich (dallo stupore, si intende…) negli anni d’oro degli Speroni.
I soliti Calderon, Humphries, Bogut, Lee, Gasol (è Marc ormai l’orgoglio di famiglia), Love non stupiscono più e continuano a macinare cifre fuori dalla norma.Ci sono però alcune novità sorprendenti: Rubio sta giocando a livelli inaspettati, viziando i tifosi dei Wolves con la sua intelligenza cestistica e i suoi assist (8.9 di media a cui aggiunge anche 11.4 punti e 4.4 rimbalzi!), Ryan Anderson è definitivamente sbocciato a Orlando (16 e 7 ad allacciata di scarpe…) e Gortat che va dritto per il MIP con 15 e 10 (facile giocare con Steve vero?!).
In una Lega dominata fisicamente dai giocatori afromaricani, l’emergere di questi campioni non può che essere un buon auspicio anche per chi l’NBA la guarda dal nostro Continente e spera un giorno di andare al di là dell’Oceano.