Come da tradizione, in occasione della settimana della moda meneghina, Palazzo Morando è tornato a vestirsi di talento. Vetrina dello scouting internazionale di Vogue Italia, lo storico stabile settecentesco di via Sant’Andrea, nel cuore del quadrilatero della moda, ha ospitato, dal 18 al 21 settembre, i giovani designer protagonisti di Who Is On Next? e Vogue Talents. Dopo l’esclusivo evento di inaugurazione, andato in scena mercoledì 17 settembre, i riflettori sono rimasti accesi sulle creazioni degli stilisti per i quattro giorni successivi.
Un percorso espositivo che, dalla collezione pret-à-portêr, femminile e naïf, che è valsa la vittoria a Piccione.Piccione di Salvatore Piccione, a quella di borse dal design rigoroso e geometrico del brand Corion di Milika Stankovic, vincitrice della categoria accessori, ha accompagnato per mano gli ospiti alla scoperta di realtà nuove del panorama della moda. E così si è potuta ammirare la collezione eccentricamente piumata di Daizy Shely, seconda classificata al concorso, ma anche quella pulita e romantica, su cui delicatamente si posano degli eleganti steli di Anthurium, di Project149 di Elisa Vigilante e Monica Mignone. E poi l’appariscente stile retrò del brand Tak.Ori Made in Italy con i suoi ampi cappelli a falda larga, e quello dall’allure nipponico di Marianna Cimini con i fiocchi neri annodati sulle spalle. Infine i gioielli dalle cromie lucide a specchio di Giuliana Mancinelli Bonafaccia e quelli dal mood geometrico di Caterina Zangrando, oltre al sofisticato design dei sandali in pelle di Oscar Tiye fondato da Amina Muaddi.
Grande creatività e innovativo design artigianale per i finalisti del concorso Who Is On Next? dunque, ma non solo. Anche gli stilisti internazionali emergenti selezionati da Vogue Talents hanno messo in mostra la propria arte. Tra loro l’emiliano Marco Rambaldi con una collezione dal nome francese “Oui”, ispirata al film “The Dreamers” di Bertolucci e all’arte grafica dei manifesti di Dugudus, realizzati nel 2011 per esortare all’amore libero. E inoltre, la francese Aude Casteja, creatrice del brand Monographie, con le sue creazioni sporty dagli echi giapponesi, lo sloveno Peter Movrin, la cinese Xiao Li con il suo LxiaoC e il sudanese Omer Asim che continua a ispirarsi al mondo dell’architettura. La nigeriana Lanre da Silva, invece, fa parte di Frallain Luxory Group che rappresenta i marchi africani di lusso con particolare attenzione alla qualità e al rispetto dei parametri etici per la produzione nel continente africano. E, accanto a lei, la senegalese Sophie Zinga e Studio One Eighty Nine, della ganese Abrima Erwiah e di Rosario Dawson. I due marchi fanno parte di Ethical Fashion Initiative, programma che supporta la nuova generazione di designer africani con uno speciale focus su collaborazioni sostenibili con artigiani locali. Infine, per la categoria accessori, la britannica Emma Yeo con i suoi cappelli e la belga Niels Peeraer con le borse.
Ormai varcate le soglie del Palazzo che amorevolmente li ha ospitati, tutti questi giovani continueranno ad andare alla ricerca di un angolo di paradiso nel fashion system con la loro arte e il loro talento. E, sicuramente, continueremo a sentir parlare di loro. Ad Maiora.
Mara Franzese