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Why Not, condannati Loiero,Durante,Saladino e Lillo.

Creato il 02 febbraio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Mariangela Maritato
 Why Not, condannati Loiero,Durante,Saladino e Lillo.Catanzaro - Agazio Loiero e Nicola Durante sono stati condannati ad un anno di reclusione dalla Corte di Appello di Catanzaro nell'ambito del processo Why Not su presunti gravi illeciti commessi nella gestione dei fondi pubblici destinati alla regione Calabria. 
I giudici hanno applicato nei confronti dell'ex presidente e del segretario della giunta regionale, entrambi accusati d'abuso d'ufficio, la pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici e il beneficio della pena sospesa e non menzione. 
Per la revisione del processo di primo grado la corte (a latere Gianfranco Grillone e Vincenzo Galati) ha inoltre condannato Antonio Saladino, imprenditore ed ex leader calabrese della Compagnia delle Opere a tre anni e 10 mesi (due anni in primo grado) con le pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena revocando il beneficio della sospensione condizionale, e Giuseppe Maria Lillo, referente della società Need & Partners, a due anni (un anno e dieci mesi in primo grado). 
Ma non solo. 
E' stata confermata la condanna di primo grado a Rinaldo Scopelliti, ex presidente di Fincalabria (un anno) e al dirigente regionale Francesco Maria Simonetti (un anno).
Why Not, condannati Loiero,Durante,Saladino e Lillo.Regge ancora, nell'aula al primo piano del Tribunale di piazza Matteotti, l'accusa di associazione a delinquere nei confronti di Saladino e Lillo che in primo grado erano stati già condannati per altri capi d'accusa. 
La Procura generale, dopo la sentenza di primo grado, annunciò subito di voler impugnare il provvedimento. 
Una tesi accusatoria sostenuta anche dalla pronuncia con cui la Corte di Cassazione, lo scorso 20 luglio, ha annullato sei proscioglimenti di altrettanti indagati scagionati dal giudice Abigail Mellace al termine dell'udienza preliminare. 
Secondo il Giudice supremo, infatti, "la ritenuta mancanza di ogni accordo o vincolo tra gli imputati non può portare alla negazione dell'esistenza dell'associazione" , poichè il legame associativo può ricercarsi anche tra singoli soggetti pubblici ed i rappresentanti delle società incriminate".
"Anche questa volta rispetto la decisione della Magistratura" si difende Loiero che si dice tuttavia esterefatto per la sentenza dovuta al "licenziamento, con la mia Giunta di allora, di una delibera in cui davo piena libertà alla dirigenza di compiere un atto o di non compierlo". 
Pienamente soddisfatti per la conferma dell'impianto accusatorio, invece, il procuratore generale Massimo Lia e il collega Eugenio Facciolla. 
Why Not, condannati Loiero,Durante,Saladino e Lillo."E' stato infatti riconosciuto il reato associativo per alcuni degli imputati". 
Assolti Pietro Macrì, ad della Met Sviluppo, Vincenzo Gianluca Morabito del consorzio Brutium Service (condannati in primo grado rispettivamente a 9 mesi e 900 euro e 6 mesi e 600 euro) per non aver commesso il fatto, Giuseppe Chiaravallotti, predecessore di Loiero alla guida della giunta regionale (prescrizione) ed è stata revocata la pena accessoria per Antonio La Chimia, presidente del Cda della società Why Not. Respiro di sollievo anche per Gianfranco Luzzo (ex assessore regionale) e cinque dirigenti.

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