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WiFi e Decreto Fare. Cosa c’è di nuovo?

Creato il 17 giugno 2013 da Db @dariobonacina

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Il Ministero dello Sviluppo Economico annuncia:

Nel Decreto Fare il Consiglio dei Ministri ha previsto la liberalizzazione dell’accesso ad internet (wifi), come avviene in molto Paesi europei.

L’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificativo personale dell’utilizzatore. Resta però l’obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato.

Per la serie “Forse non tutti sanno che…” segnalo che nel 2005 – in seguito agli attentati di Londra, ma non solo – con un decreto legge fu introdotto l’obbligo, per i gestori di un locale con servizio WiFi, di acquisire i dati anagrafici dell’utente prima di concedergli l’accesso. Questo obbligo di identificazione è poi stato alleggerito, fino ad essere eliminato – a partire dal 2011 – con il decreto legge 225/2010. Molti gestori hanno proseguito nella conservazione dei dati relativi al traffico Internet generato dai clienti (come previsto in precedenza dalla legge), ma comunque a suo tempo il Garante della Privacy aveva chiarito:

“Gli esercenti che ancora dispongono di strumenti per il monitoraggio e l’archiviazione dei dati possono eliminarli, senza il rischio di alcuna responsabilità, rendendo così realmente libero il servizio di Wi-Fi offerto. Altrimenti, se vogliono continuare ad utilizzare tali sistemi in maniera legittima, sono tenuti a rendere informati i propri avventori dell’utilizzo che viene fatto dei dati monitorati, attraverso la sottoscrizione da parte loro del consenso al trattamento degli stessi”

Il Decreto Fare, almeno nel comunicato stampa che ne anticipa i contenuti, non sembra prevedere nulla di diverso da ciò che già la legge consente. Quindi di quali novità si parla?



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