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Un bancario svizzero pentito secondo me è credibile quanto il mostro di Marcinelle che si mette a fare l'educatore infantile, come il lupo di Cappuccetto Rosso quando stava nel letto travestito da nonna. Però si vede che a noi piace credere alle favole quindi ora c'è pure questa nuova trovata del bancario svizzero che si pente e rende pubblici i dischetti segreti. Gli archivi degli gnomi delle montagne, la Gran Lista dei Grandi Evasori che si erano nascosti come Bin Laden. Se cerchiamo bene secondo me ci troviamo i soliti nomi: il commissario tecnico della Nazionale Marcello Lippi, Pupo e Emanuelefiliberto, il fratello della Tulliani, l'attore e presentatore Flavio Insinna, Luciano Moggi da Calciopoli, Grazia, Graziella e Graziealcazzo, il pupazzo Uan, il Visconte Cobram e il Duca Conte Barambani (anzi il Duca Conte, Lup. Man., Gran Ladr., Farabut., Figl. di putt., Francesco Maria Barambani) più l'immancabile immarcescibile Silvio Berlusconi che ce lo si mette sempre dentro, come sale quanto basta nei libri di ricette.
In realtà mi pare che tutta questa rumorosissima irrilevante storia di Wikileaks non abbia in se' davvero gran valore. Se c'erano rivelazioni straordinarie, fatti soprendenti di cui non eravamo a conoscenza, segrete correnti gravitazionali nell'orientamento politico mondiale mi sono francamente sfuggite. Nell'Anno Santo di Avetrana ci siamo trovati più che altro di fronte un bel banchetto di straccioni, come un talk show del pomeriggio, una seduta quotidiana del Parlamento della Repubblica, un pettegolezzo di bassa lega elevato a dignità di notizia.
E poi ci sarebbe quello strano dubbio, il dubbio che queste perdite possano essere in qualche modo pilotate. Perchè è quantomeno sorprendente in tutto il bailamme sollevato a oriente e a occidente l'assordante silenzio, il foglio candido, la totale assenza di qualsiasi tipo di wikileakage Israeliano. Che casualità, eppure stiamo parlando di una realtà cruciale per la politica mediorientale, americana e mondiale. Un tema superghiotto, un argomento che dovrebbe ragioneveolmente prendere parecchio tempo, spazio e comunicazioni a tutta la combriccola diplomatica mondiale. Ma da li non ne è uscito niente. Elementare Watson?
Parlare di censura oggi, ora che questo signor Assange ha ricevuto il premio Nobel per la Verità, che sta per assurgere a beatificazione nonchè al prossimo Soglio Pontificio sarebbe reato di lesa wikileakità. Villipendio alla bandiera, bestemmia alla nuova religione planetaria del libero pensiero in libero web: tutti liberi se tutti possiamo dire tutto quello che ci passa per la testa. (Un po' come questo blog, solo che io sono consapevole di non essere affatto libero, so che chi legge si fa un idea di me, mi ama o mi odia non importa ma certo mi imprigiona in un me tutto suo - chiusa parentesi).
E se invece di San Giuliano d'Assange fossimo semplicemente di fronte a un tizio bassetto di statura e di spirito che si diverte a rovistare nella spazzatura e ad aprire l'impermeabile ai giardinetti? Ognuno passa il suo tempo libero come vuole, beninteso (guarda me qui a schiacciare tasti di un computer). Peraltro qui non stiamo certo parlando di un pericoloso criminale universale: questo non ha inventato, non ha falsificato, non ha ritoccato niente. Al massimo ha fatto una raccolta selettiva, come si fa nella caccia al capriolo: questo si può abbattere, questo no. Questo mi serve, questo non fa al caso mio.
Pare pure che lo vogliano fare fuori. Ammazzare Assange per queste modeste vendemmie? Mi pare davvero fuori luogo. Cerchiamo di mettere le cose in prospettiva: al massimo don Giuliano della chiesa del Nuovo Gossip Universale merita un'occhiata distratta e un ammontare (minimo) di disprezzo.
Bashoof-kum, inshallah, in questo momento da queste parti del mondo c'è un po' di casino...
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