"Wilde" è, per il momento, il film biografico più apprezzato sullo scrittore irlandese Oscar Wilde.
Da quanto raccontato, sembra davvero che la sua vita possa essere sintetizzata con la sua celebre frase:
"A questo mondo ci sono solo due tragedie: la prima è non ottenere quello che si vuole, la seconda è ottenerlo."
Tutti sognano un grande amore.
Oscar Wilde l'ha ottenuto ed è stata la sua rovina.
Patrimonio dilapidato, famiglia distrutta, carriera rovinata e due anni di lavori forzati.
Forse sarebbe stato tutto più semplice se si fosse innamorato di una Betty e non di Alfred. Lord Alfred Douglas, detto Bosie.
Nel film Wilde ha l'originale faccione e l'imponente stazza di Stephen Fry, molto simile allo scrittore.
Bosie è interpretato da un giovane Jude Law, talmente in parte che quasi oscura il protagonista.
(Vi segnalo anche una piccola comparsa di Orlando Bloom, ai tempi novellino ancora lontano dalle fortunate trilogie "Il Signore degli anelli" e "Pirati dei Caraibi").
Come potete ben immaginare, il film punta molto sul privato e trascura le opere. Si insiste solo sulla favola de "Il Gigante egoista". Quella delicatissima favola sembra inserita per far da scudo allo scrittore. Come dire: "Sì, tradiva la moglie, non era un buon padre, andava con altri maschi a pagamento... ma sentite che meraviglia è stato in grado di scrivere!". Lo spettatore è costretto a sospendere ogni giudizio. Non può nè amarlo nè odiarlo, e questo toglie ogni entusiasmo alla visione del film. Per conoscere e apprezzare Wilde vi consiglio di leggere le sue opere e lasciar perdere tutto il resto.