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Wolfgang Hildesheimer: Il soprabito primaverile grigio chiaro

Creato il 21 agosto 2011 da Fabry2010

Wolfgang Hildesheimer: Il soprabito primaverile grigio chiaro

 

Wolfgang Hildesheimer è il narratore delle vite non vissute.

In uno dei suoi più bei romanzi, Marbot,  si finge biografo di Sir  Andrew Gregory Thomas Marbot, critico dell’arte e  contemporaneo di Goethe. Quando il libro uscì nel 1981 diventò presto un caso letterario. Lettori e critici cominciarono a cercare invano informazioni su questo affascinante personaggio che è puro frutto dell’immaginazione del suo autore.

Un perfetto inganno.

Già nei suoi primi racconti (1952), raccolti sotto il titolo Lieblose Legenden  (Leggende senza amore) ,  Hildesheimer racconta le vite dei suoi personaggi con un inconfondibile tono che oscilla fra presunta autorevolezza e satira. Sono racconti comici o tragicomici:  un genere che nella letteratura tedesca dell’epoca non esiste e non deve esistere.

La posizione di Hildesheimer nella vita letteraria del suo tempo è ambiguo. Da una parte non si poteva non riconoscere la sovranità del suo talento narrativo, dall’altra fuoriesce volutamente dal programma letterario e politico dettati soprattutto dai illustri capi della  Gruppe 47.

Hildesheimer, una mente libera, un nato outsider,  non scende a nessun compromesso.

Già nel 1957 lascia definitivamente la Germania per stabilirsi a Poschiavo, un piccolo villaggio nel cantone dei Grigioni in  Svizzera.

 

Hildesheimer è ebreo.

Non ne fa un secreto, ma nemmeno fa diventare le sue origine il centro della sua esistenza privata e professionale.  Consapevolmente si rifiuta di vivere  e scrivere nel solo ombra della storia. Vorrebbe che il suo essere ebreo fosse una condizione come un’altra, ma ovviamente, questo suo sogno è destinato a rimanere un’utopia. Sono gli altri a fargli notare quello che lui cerca di vivere con la massima naturalezza.

( Il latente antisemitismo proprio in ambienti della sinistra tedesca è tutt’oggi un capitolo storico poco elaborato,  anzi, un grande tabù!)

Per Wolfgang Hildesheimer, che non fu solo scrittore, ma anche un buon  pittore, la vita ritirata, lontana dalla Germania, probabilmente fu l’unica possibile. Solo nella solitudine poteva dare piena forma al suo  universo interiore, abitato da vivi, morti e mai vissuti.

Forse è legittimo vedere il suoi personaggi immaginari nella luce di tutti coloro a cui è stato negato il diritto di vivere -

Forse dare voce a chi non è mai esistito equivaleva per  Hildesheimer  ad un atto di giustizia: restituire la vita alla morte -

 

Il  21.8.1991 Wolfgang Hildesheimer morì all’età di 74 anni a Poschiavo.

 

Il soprabito primaverile grigio chiaro

 

Due mesi fa, -   stavamo facendo colazione -  arrivò una lettera di mio cugino Eduard. Mio cugino Eduard  era uscito di casa in una sera di primavera, dodici anni fa, per, come diceva lui, imbucare una lettera, e non era tornato. Da allora nessuno aveva più avuto sue notizie. La lettera veniva da Sidney in Australia. La aprii e lessi:

 

Caro Paul!

Potresti mandarmi il mio soprabito primaverile grigio chiaro? Ne avrei bisogno, perché qui fa molto freddo, soprattutto durante la notte. Nella tasca sinistra c’e un Manuale tascabile di micologia. Lo puoi tenere, visto che qui di funghi commestibili non c’è traccia.  Ti ringrazio anticipatamente.

Cari saluti tuo Eduard

 

Dissi a mia moglie: “ Ho ricevuto una lettera di mio cugino Eduard dall’Australia. Lei, che stava giusto infilando un scaldaacqua in un vaso da fiori, per cuocere dentro delle uova, chiese : “ Ah sì? Che cosa scrive?”

“ Che ha bisogno del  suo soprabito grigio chiaro  e che in Australia non ci sono funghi commestibili. ” – “ Che allora mangi qualcos’altro”, disse. – “Hai ragione,” risposi io.

Più tardi arrivò l’accordatore per il pianoforte. Era un uomo timido e confuso, addirittura un po’ fuori dal mondo, ma anche molto simpatico e, naturalmente, con molto orecchio. Non accordava solo pianoforti, ma riparava anche strumenti a corda e dava lezioni di flauto dolce. Il suo nome era Kohlhaas. Quando mi alzai da tavola,  lo sentii suonare alcuni accordi nella stanza accanto.

All’attaccapanni  vidi appeso il soprabito grigio chiaro.

Evidentemente mia moglie era già andata in soffitta a prenderlo. Mi meravigliai , perché di solito mia moglie sbriga le faccende solamente quando ormai  non hanno più alcuna importanza. Impacchettai il cappotto, portai il pacchetto alla posta e lo spedii. Solo allora mi venne in mente che avevo lasciato nella tasca il manuale dei funghi. Ma, in ogni caso, non ho l’abitudine di andare per funghi.

Feci una passeggiata e quando tornai a casa,  l’accordatore e mia moglie giravano per la casa, aprendo  tutti gli armadi e guardando sotto i tavoli.

“Posso aiutarvi?” chiesi.

“ Cerchiamo il soprabito del sig. Kohlhaas,” disse mia moglie.

“Ah,” replicai, cosciente dell’errore commesso, “ l’ho appena spedito in Australia.” “ Perché in Australia?” chiese mia moglie. “ Per sbaglio ” , dissi.

“Ora vorrei togliere il disturbo”,  disse il  sig. Kohlhaas, un po’ imbarazzato, anche se non molto sorpreso. Stava per scusarsi, ma io dissi: “ Aspetti, le darò il soprabito di mio cugino.”

Salii in soffitta e trovai, in una valigia piena di polvere, il soprabito grigio chiaro di mio cugino.

Era un po’ stropicciato, visto che era rimasto nella valigia per ben dodici anni, ma del resto in buono stato.

Mia moglie prese il ferro da stiro mentre io bevevo un bicchiere di sherry con il sig. Kohlhaas. Mi raccontò dei pianoforti che aveva accordato. Poi si mise il soprabito e se ne andò.

Alcuni giorni dopo ricevemmo, insieme a circa un chilo di porcini, due lettere. Aprii la prima e lessi:

 

Caro sig. Holle! (sono io)

Visto che è stato così gentile da mettermi in tasca un manuale  di micologia, vorrei  ringraziarla, mandandole i primi funghi raccolti da me. Spero che siano di suo gradimento. Inoltre ho trovato nell’altra tasca una lettera che, evidentemente, non era indirizzato a me. Gliela restituisco.

Distinti saluti A.M. Kohlhaas

 

La lettera in questione era quella che mio cugino allora avrebbe voluto spedire. A quanto pare l’aveva dimenticata a casa insieme al soprabito. Era indirizzata al sig. Bernhard Hesse, che era, se ben ricordo, un amico di mio cugino. Aprii la busta. C’erano dentro un foglietto e un biglietto per il teatro. Sul foglietto c’era scritto :

 

Caro Bernhard!

Ti spedisco un biglietto per il Tannhäuser . Lo danno il prossimo lunedì. Io non ne avrò bisogno, perchè intendo fare un viaggio per distrarmi un po’.

Forse ti va di andarci. La Schmidt-Hohlweg canta l’Elisabeth. So  quanto ti piace il suo sol maggiore.

Cari saluti, Tuo Eduard

 

Per pranzo mangiammo i porcini. “ Ho trovato questi funghi qui sul tavolo. Da dove vengono?” chiese mia moglie. Li ha mandati il sig. Kohlhaas”. –

“ Molto gentile da parte sua. Non era per niente necessario.”

“ Necessario no”, risposi io, ”ma è  una persona veramente gentile.”

“ Speriamo che non siano velenosi.” -  A proposito, ho trovato anche un biglietto per il teatro. Sai cosa danno?”

“ Il biglietto che hai trovato”, dissi , “ è per il Tannhäuser ed  è vecchio di dodici anni.” “ Beh”, disse mia moglie,” in ogni caso non mi piace il Tannhäuser .”

La stessa mattina arrivò  un’altra lettera di Eduard, in cui ci chiedeva di mandargli un flauto dolce. Aveva trovato nella tasca del soprabito ( che stranamente era diventato più lungo – o lui più corto ) un manuale di flauto dolce,  ed era perciò intenzionato ad intraprenderne lo studio. Purtroppo in Australia non si trovavano flauti dolci.

“ Ancora una lettera di Eduard”, dissi a mia moglie che stava per smontare il macinacaffè. Chiese “ Che cosa scrive?” – “Che in Australia non ci sono i flauti dolci.” – “Che allora suoni un altro strumento”, disse.

“Lo penso anch’io”, risposi.

Mia moglie è di un realismo rinfrancante e disarmante. Le sue repliche sono scarne, ma esaurienti.

 

( Traduzione di Stefanie Golisch)

 



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