L’ultimo film di Woody Allen, come il titolo lascia intuire, parla di magia. Il film inizia appunto con uno spettacolo di magia che si svolge in un teatro di Berlino nel 1928. Alla fine dello spettacolo teatrale il mago(il bravo Colin Firth), che si è’ esibito sotto le finte spoglie di un mago cinese, viene raggiunto da un suo amico e collega, il quale gli chiede aiuto per smascherare una sensitiva americana ( ruolo interpretato dall’attrice Emma Stone) che, ostentando poteri soprannaturali, abbindola facoltosi miliardari in cerca di esperienze ed emozioni extrasensoriali. In realtà si tratta però di una trappola che l’infido collega ha teso per invidia all’amico, molto più bravo e più famoso di lui. Il film si sviluppa così in una trama ben congegnata, attraverso dei dialoghi sempre efficaci e immediati, nello scenario di una Francia del Sud avvolta in costumi e musiche d’epoca di sicuro fascino. Proprio nello scenario della Costa Azzurra si celebra la beffa in danno del mago arrogante e scettico che finirà per convincersi dei poteri della brava Emmma Stone (Sophie Becker nel film). Ma le schermaglie ricorrenti tra i due personaggi principali (il mago inglese e la sensitiva americana), come nella migliore tradizione letteraria anglofona (mi sovvengono la shakespeariana bisbetica domata e il Pigmalione di GB Shaw) si acquieteranno nell’abbraccio amoroso che segna la fine del film. Complessivamente un bel film, brioso e scorrevole, romantico e impegnato, dove il confronto tra il materialismo razionale e la metafisica pseudoreligiosa e’ avvolto in una cappa di leggerezza che niente toglie all’enorme rilevanza dei temi in gioco. Se proprio un difetto si vuol trovare a questa pellicola del regista americano sono le citazioni ingenuamente didattiche (Freud, Darwin, Nietsche, Dickens, Hobbes) che sconfinano nell’errore marchiano quando uno dei personaggi (forse lo stesso mago) citano il Vaticano, dimenticandosi che la Città del Vaticano nasce nel febbraio del 1929 in seguito alla firma dei Patti Lateranensi tra lo Stato Italiano e quello che residuava dello Stato Pontificio, una volta rimosse le macerie di Porta Pia.