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Writer's coffee chat: intervista a Simone Perotti

Creato il 29 novembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario

"Ed eccomi qui. Ho lasciato ogni cosa, ho cambiato completamente vita..."
Cari lettori, oggi ho il piacere di avere come ospite Simone Perotti, autore che ha avuto uno straordinario successo con il suo saggio "Adesso Basta", dove racconta come ha rivoluzionato la sua vita, lasciando il suo lavoro da manager per dedicarsi alla navigazione e alla scrittura e che da poco ha pubblicato il suo romanzo "Uomini senza Vento" per Garzanti. Uomini senza vento è un noir mediterraneo e ambientalista, che ha per protagonista un uomo di fronte a un bivio. Una storia psicologica, incalzante, profumata di passione e di mare, che tra paesaggi indimenticabili, raffiche improvvise e spericolate manovre a vela, travolge il cuore e la vita dei personaggi fino a inebriarli del sapore della libertà.
VI RICORDO CHE COMMENTANDO POTRETE VINCERE 1 DELLE 2 COPIE OMAGGIO MESSE GENTILMENTE A DISPOSIZIONE DA GARZANTI.
«Storia gialla raccontata con passione e partecipazione in uno stile veloce e intrigante.»
-Corriere della Sera
«Protagonista di Uomini senza vento un uomo davanti a un bivio, pensa un po'. Uno che lavora troppo. Fa il manager ma è appassionato di vela. Indovinate come finirà? Sarà un altro successo.»
-Daria Bignardi, Donna Moderna
WRITER'S COFFEE CHAT: INTERVISTA A SIMONE PEROTTI

"Che mi sta succedendo?
Ero venuto a Ponza a trovare i miei amici, e invece sto navigando verso la Corsica con una sconosciuta ricercata da mezza Marina militare, complice di qualche decina di reati, in mezzo a quello che sembra essere un vero casino di baleniere, trafficanti, speculatori, terroristi, perfino assassini.
Perché sono qui?"


Trama:
A volte ci sentiamo pronti. A cambiare qualcosa nella nostra vita, a cominciare una nuova impresa, a provare ancora un'emozione. Siamo solo in attesa che il destino ci dia la spinta decisiva. Per Renato tutto comincia con una strana telefonata notturna. Antonio, il suo caro amico di Ponza, è inquieto. Sull'isola accadono fatti misteriosi, che generano sospetti, fanno paura. Renato lavora tanto, troppo. Attratto dall'idea di una vacanza, fugge da Milano e prende il timone della sua Makaia, barca nata per correre. Ritrova gli amici, le serate alcoliche nell'eremo mediterraneo di Antonio, gli amori che durano una notte, i lunghi discorsi sulla vita. Ma non solo. I sospetti del suo amico si concretizzano in una vicenda intricata, un giallo dai contorni sempre più drammatici: una nave nera, impegnata in traffici inspiegabili, appare e scompare dall'orizzonte nei giorni di maestrale; un abuso edilizio fa sospettare manovre della criminalità organizzata; l'aggressione a Sara, militante ecologista accusata di aver rubato una goletta, costringe Renato a un salvataggio rocambolesco. L'incontro con quella ragazza rischia di sconvolgerlo, e di risucchiarlo in un vortice senza fondo.
Tutto accade improvvisamente per Renato, che viene proiettato fuori dal suo mondo in un'avventura incalzante e ricca di incontri tra le isole pontine, la Corsica, l'Elba. Una partita a scacchi col mistero, che ha più di una posta in gioco: il mare in pericolo, la vera identità di Sara, una scelta di vita che Renato rimanda da troppo tempo. Fino a che ogni cosa non viene travolta dagli eventi, che impongono la loro dura legge.
L'AUTORE:WRITER'S COFFEE CHAT: INTERVISTA A SIMONE PEROTTISimone Perotti (Frascati, 1965) ha fatto il manager per quasi vent'anni. Poi si è trasferito in Liguria per dedicarsi esclusivamente a scrivere e navigare. Fa l'affittabarche, lo skipper e l'istruttore di vela, trascorrendo circa quattro mesi l'anno in mare, ma anche qualunque altro lavoro che gli consenta di vivere. Ha collaborato con il «Corriere della Sera», «il Fatto Quotidiano» e con riviste di turismo, mare, navigazione. È l'autore di Adesso basta (Chiarelettere, 2009), il primo libro italiano sul downshifting, divenuto un longseller costantemente ristampato, da cui sarà tratto un film per il cinema. Ha pubblicato il libro di racconti Zenzero e nuvole e i romanzi Stojan Decu, l'altro uomo (Premio Cala di Volpe) e L'estate del disincanto, tutti editi da Bompiani. Con Vele (WhiteStar, 2008) ha vinto il Premio Sanremo. Il suo sito, www.simoneperotti.com, è diventato una community generazionale.
INTERVISTA ALL'AUTORE1. Ciao Simone, benvenuto nel mio blog Diario di Pensieri Persi è un piacere per me averti come ospite. Ti andrebbe di presentarti ai lettori?
Eccomi qui, volentieri. Sono un maschio, bianco, peso 70 chili, sono alto un metro e settantotto centimetri, sono del Milan, intensamente del Milano intendo, mi sono laureato in letteratura con una tesi sulla struttura del racconto fantastico, volevo scrivere romanzi, cosa che ho fatto, ma ho capito che nel frattempo dovevo lavorare, dunque mi sono organizzato: dalle 6 alle 9 la mattina scrivevo, poi lavoravo. Però amo anche il mare, dunque nelle pause organizzavo corsi di vela e weekend in barca. Ne facevo di ogni colore, insomma. Poi ho deciso: basta. Io sono nato per scrivere, tanto quanto Moana era nata pornostar e Maradona calciatore, anche se non con la qualità espressa da entrambi (soprattutto Moana, che faceva l’amore meglio di come Maradona giocasse a pallone). Ed eccomi qui. Ho lasciato ogni cosa, ho cambiato completamente vita, e sono diventato famoso con gli ultimi due libri “Uomini Senza Vento” e “Adesso Basta”. Però non è finita qui…
2. Quali sono gli scrittori che ti hanno formato? Quali sono i romanzi che preferisci leggere?
Io volevo scrivere Cent’anni di Solitudine e il Barone Rampante. Scrivo per tentare una via laterale, cioè un modo per riscrivere quei due capolavori. Però amo anche Larsson, come ho amato Defoe e Stevenson, amo Nietzsche come anche Biamonti (grandissimo e quasi dimenticato). Amo tutta la letteratura che fa sudare il lettore, che lo fa temere e sperare.
3. Qual è il tuo processo creativo? Fai qualcosa in particolare mentre scrivi?
Io scrivo di mattina, prestissimo, e fino a che posso. Oggi posso andare avanti anche per ore, senza fermarmi. Che gioia! Il pomeriggio la vena, l’incoscienza che serve alla creatività, se n’è andata, e allora correggo. Sono molto metodico, bevo molti caffè, fumo molto. Sono molto permeabile ai vizi. Senza vizi è possibile creare? Chissà…
WRITER'S COFFEE CHAT: INTERVISTA A SIMONE PEROTTI4. In Adesso Basta hai reso noto la tua voglia di cambiare vita, cosa ti ha spinto a questa decisione? Perchè hai deciso di scrivere e testimoniare questa tua esperienza e poterla farla leggere a tutti gli italiani?Perché ho capito che cambiare si può, si può vivere meglio, con più adesione alle proprie passioni, e mi è parso necessario testimoniare. La testimonianza è il massimo strumento politico, e questa è un’epoca in cui ognuno dovrebbe fare un passo verso di sé, dunque anche fare politica. Questo è il mio.
5. Dopo aver scritto questo saggio quali differenze hai riscontrato nei due libri?
Sono due facce della stessa medaglia, e Uomini Senza Vento è stato il laboratorio narrativo di Adesso Basta. Però ho scritto anche altri due romanzi a cui sono molto legato, diversissimi da questi, che sono “Stojan Decu, l’altro uomo” e “L’Estate del Disincanto”. Poi ho anche scritto “Zenzero e Nuvole”, racconti, e “Vele”, foto e testo. Insomma sta per uscire il mio settimo libro, non sono proprio precipitato ieri sul pianeta terra.
6. Parliamo del tuo ultimissimo romanzo Uomini senza vento. A cosa ti sei ispirato per scriverlo?
Quel che c’è scritto dentro è quasi tutto vero. A parte associazioni, enti, polizia, e la mia ex moglie, è tutto vero. Ci sono dentro i dubbi di un uomo a un bivio, una donna con misteri ma anche con molte certezze, un mare in pericolo che conosco bene, il Tirreno, e poi due amici. La storia è torva e cupa, pericolosa, ma il pericolo più grande per il protagonista sarà incontrare Sara…
7. Quanto di te stesso metti nei tuoi personaggi? In Renato, un uomo ad un bivio e anche nella stessa Sara, una convinta ambientalista, quanto possiamo trovare di Simone Perotti?
Molto. Io sono piscologicamente molto simile a Sara, però i materiali con cui è costruito Renato sono i veri materiali della mia vecchia vita (anche se poi io non sono lui e anzi, non mi somiglia affatto)
8. Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci puoi già anticipare qualcosa?
Vorrei scrivere una decina di grandi romanzi, splendidi, storie memorabili, e vorrei essere sereno. Due progetti grossi, dunque.
9. Questa era l'ultima domanda. Ti ringrazio moltissimo per essere stato mio ospite. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Nulla. Scusa solo il ritardo della risposta. Sono giorni caldi.
Ciao!!!!


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