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Writer's coffee chat: intervista a violet folgorata

Creato il 19 novembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori, oggi è nostra ospite qui nel blog un'autrice italiana che già conoscerete. Sto parlando di Violet Folgorata autrice di Moonlight Rainbow e ora anche dell'ultimo romanzo della serie "I vampiri dagli occhi viola" In una gelida rosa in cui continuano le avventure della famiglia Rochester. Ho intervistato l'autrice che ci svela un pò di curiosità e news sul suo romanzo.
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WRITER'S COFFEE CHAT: INTERVISTA A VIOLET FOLGORATATrama:Una coppia invidiatissima. Le Highlands scozzesi. Un matrimonio al castello. Un’apocalisse climatica. Una carrellata di ex vampiri che faticano ad adattarsi alla ritrovata umanità... Liz e Ethan vogliono consacrare il loro matrimonio. Il passato non deve tornare. Soltanto che, per due ex vampiri, ottenere i sacramenti può non essere facile. Tra prove da superare, invitati fuori controllo e un cadavere in ghiacciaia, Rochester Manor è stretto d’assedio e una risata crudele riecheggia nel vento di una tempesta fuori stagione.
INTERVISTA A VIOLET FOLGORATAWRITER'S COFFEE CHAT: INTERVISTA A VIOLET FOLGORATA-Ciao Violet, benvenuta nel mio blog Diario di Pensieri Persi. Ancora una volta mia ospite. Dopo la primissima intervista che abbiamo fatto a proposito del tuo primo libro pubblicato come sei cambiata e maturata come scrittrice?Diciamo che il primo romanzo è stato un salto nel buio. Questa volta la pianificazione, la preparazione, la raccolta di informazioni ha impegnato tanto tempo quanto poi ne ha richiesto la stesura. Inoltre sento di aver trovato un mio stile. Ah, e ho cercato di incatenare il demone descrittore che aveva appensantito la prima parte di Moonlight. -Da poco è stato pubblicato il tuo ultimo romanzo "In una gelida rosa" ce ne vuoi parlare? A cosa ti sei ispirata per scrivere la storia e successivamente l'idea iniziale come si è sviluppata?Ne “In una Gelida Rosa” troviamo un maniero isolato da una tempesta di ghiaccio fuori stagione. I vampiri del clan di Moray ora sono divenuti umani e faticano moltissimo a comportarsi normalmente mentre tra gli invitati, i membri umani-umani della famiglia del poliziotto di Forres sono quelli che sembrano più strani di tutti. Gli ospiti rimangono così in balia degli unici due vampiri rimasti tali, Somerset ed Endora, due eccentrici personaggi di mezza età, sposati e innamorati. Lui un nobile inglese raffinato e con la mania della tradizione, lei ex ragazza anni settanta che da vampira immatura dà sfogo ad un look molto aggressivo e a una insopprimibile voglia di sangue (la mamma di Liz). In tutto questo i protagonisti, sono Liz e Ethan, lei bella e dolce come un babà senza sapere di esserlo, lui cavaliere senza macchia e senza paura tormentato dai sensi di colpa. Liz e Ethan dovrebbero sposarsi con nozze sacre, ma hanno fatto un errore: non hanno accettato di sottoporsi alle prove che Zachary, Guardiano nonché loro padre spirituale, ha chiesto per concedere i sacramenti di Roma. Un errore che pagheranno caro perché ci sono prove nella vita alle quali non ci si può sottrarre. La stessa passione reciproca per esempio diventerà incontrollabile e si ritorcerà contro di loro, rendendo la loro sessualità estrema e pericolosa. Nel castello assediato, uno ad uno i personaggi rischieranno la vita, minacciati da presenze sempre più consistenti. Ma chi tra loro è l’assassino e chi trama nell’ombra? Una risata riecheggia ancora nel ventre di Roma. Dobbiamo immaginarci dunque le atmosfere del classico gotico all’inglese, con personaggi che per stranezze potrebbero essere assimilati agli insegnanti di Harry ad Hogwards. Si va dal ragazzino umano umano che non sopporta i genitori: una incredibile madre con la mania dell’ascesa sociale, un padre apparentemente ottuso e farraginoso nel non voler prendere atto che le cose a Rochester Manor non sono come sembrano. Ci sono gli ex vampiri caldei così non violenti che sono pronti a uccidere chi non la pensa come loro, c’è Ayra la bambina ex vampiro che è l’unica a rendersi conto di cosa stia realmente accadendo, c’è un ex satiro un po’ rude cui la raffinatissima Greta non saprà resistere… Insomma a scrivere questa avventura mi sono divertita moltissimo e ho molto amato i personaggi. Quanto all’ispirazione è forse dovuta al fatto che abito in montagna e durante l’inverno scorso, di notte mentre scrivevo ha praticamente sempre nevicato. Abbiamo avuto mezzo metro di neve dai primi di dicembre al venti marzo. In questa atmosfera magica e angosciante creata dalla neve attorno alla mia casa di pietra, mi hanno assalito un senso di assedio e una serie di fobie che neppure io sapevo di avere. -I protagonisti del romanzo sono nuovamente Ethan e Liz che riscoprono l'umanità dopo aver assaporato un periodo come vampiri succhiasangue. Quali saranno le loro difficoltà ora che sono tornati umani?Dunque, Ethan è stato vampiro per duecento anni, Liz solamente per due. Dunque Liz si puo’ dire che sia colei che ha meno difficoltà di adattamento, mentre Ethan non riesce ad accettare la nuova situazione come stabile e ha timore di svegliarsi un mattino e scoprire di essere tornato vampiro…-Questo tuo nuovo romanzo mescola la storia d'amore al giallo in una trama intessuta di mistero e suspance. Come mai questa scelta? E' stata una prova facile o difficile creare un equilibrio tra la storia d'amore e la trama gialla?Il punto di equilibrio va individuato nel fatto che la trama gialla crea attorno ai protagonisti situazioni che esaltano l’alchimia di coppia. Vorrei fare qualche esempio, in un vecchio romanzo “La freccia nera”, nell’ambito della guerra delle due rose, un bandito in fuga viene aiutato tra gli altri da un giovane e inesperto nuovo membro della banda. Solo che il ragazzo in realtà è una ragazza e, durante tutte le battaglie e le situazioni di promiscuità forzata, noi lettori palpitiamo aspettando che il bandito fascinoso scopra che il suo giovane amico è in realtà una ragazza dolcissima e innamorata. Oppure pensiamo alla Gergette Hayer de “Il figlio del diavolo”, qui il giallo crea l’amore tra i due. Diciamo che sono le possibilità in più offerte dalla terza persona. Scrivere in terza persona toglie un po’ al pathos emotivo per esempio di un Twilight ma consente intrecci più articolati.

-Dopo questo romanzo "In una gelida rosa" e "L'alba della chimera" di Margaret Gaiottina, la serie de "I vampiri dagli occhi viola" giunge al termine. Come ti senti a riguardo? In futuro non potresti scrivere qualche spin off dedicato ad altri personaggi minori che abbiamo incontrato in questi romanzi?Non scriverò spin off, ma davvero ho così tanto amato i personaggi di quest’ultimo romanzo, che sono a lutto.-Cosa ne pensi da autrice del panorama editoriale legato agli esordienti? Quali pensi siano i difetti e cosa dovrebbe essere migliorato?Sì, questa della “categoria esordienti” è una cosa che utilizzano in molti. Ma è una tipizzazione da palcoscenico. Molti autori hanno pubblicato un’opera sola, secca, che ha fatto storia. Fatico per esempio a considerare la Rowling dei tempi di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, “un’esordiente”. Il fatto è che quando si ha la presunzione di proporre una propria storia nelle librerie, non ci sono zone franche o riserve indiane. O il libro è buono o non è. Ce la si batte ad armi pari. Non esiste che il lettore sia contento di spendere soldi e leggere una cosa insoddisfacente, perché dopotutto si tratta dell’opera di un esordiente. Anzi la categoria serve a questo punto a creare delle diffidenze nei lettori mentre invece la differenza andrebbe fatta tra belle storie e storie brutte. Ciò che bisognerebbe cambiare è la eccessiva bonomia della recensioni. Alla fine un lettore orientato verso un libro da una recensione positiva, se rimane insoddisfatto finirà per nutrire diffidenza per l’intero panorama editoriale. È quello che sta accadendo nell’urban fantasy dove la roba leggibile è sempre meno. A me è piaciuta la saga di Twilight, i Promessi Vampiri e Shiver. Il resto non mi ha convinto, alcune cose osannate mi hanno fatto cordialmente orrore. Detto questo il mio romanzo d’esordio aveva molti difetti e una seconda parte appassionante, riconosco che il fatto che si trattasse di un esordio ha avuto il suo peso. E tuttavia, il lettore che non abbia trovato nulla di stimolante in “Moonlight Rainbow” difficilmente si orienterà alla lettura de “In una Gelida Rosa” che pure è obbiettivamente anni luce più evoluto.-Arriviamo alla mia parte preferita. Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi darci qualche news?Sto lavorando a immaginare qualcosa di veramente nuovo nel paranormal fantasy, qualcosa che colpisca nel segno e svecchi un immaginario che sta divenendo ripetitivo. Ancora però non ho trovato nulla. Devo individurare qualcosa su cui a me per prima piacerebbe fantasticare prima di addormentarmi. -Grazie mille per aver accettato il mio invito. È stato un piacere per me intervistarti e averti ospite nel blog. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?Sì, grazie Alessandra, per il grande lavoro che fai nella promozione di contenuti editoriali. Sei un punto di riferimento per tutte noi e io per prima, se devo acquistare un libro, passo innanzitutto dal “Diario dei pensieri persi” per vedere cosa se ne dice.

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