Le ore corrono veloci.
Troppo.
Il prossimo rintocco si avvicina, inesorabile.
E io non posso fare nulla per impedirlo.
Il tempo è uno strambo compagno di vita:
sempre troppo lento quando vorresti che le ore passassero in fretta (magari per rivedere le persone care), e dannatamente frettoloso negli istanti da ricordare…proprio quando ci sarebbe la voglia di vivere quell’attimo ancora per un po’.
La mia vita è scandita dal tempo, a volte ingrato.
I rintocchi del campanile del paese sono una triste realtà quotidiana alla quale non sono mai riuscito a sottrarmi.
Ho sempre odiato quel campanile, a dire la verità.
Mi terrorizzava da bambino, quando i suoi rintocchi cupi mi svegliavano nel cuore della notte, lasciandomi un’inquietudine che mi accompagnava fino al mattino.
Ed era lo stesso rintocco, stavolta in versione severa, ad annunciarmi l’inizio della scuola.
L’unico momento in cui lo accoglievo con gioia era rappresentato dal rintocco della fine delle lezioni.
Insomma, la mia è una vita scandita, ora dopo ora, con maniacale precisione, sempre dai medesimi gesti, dalle solite abitudini.
E da una solitudine che mi accompagna da sempre.
Ma quello di stanotte è il rintocco che più temo.
Sono passati tanti, troppi anni, dai miei ricordi di bambino.
E ne sono passati una gran quantità da quando ero adolescente.
Ora che ci penso, sono passate sicuramente un discreto numero di primavere anche dalla mia età adulta.
La realtà è che sono arrivato non tanto all’autunno, quando all’inverno della mia lunga vita.
E so che il prossimo sarà il mio ultimo rintocco.
Non fraintendetemi.
Ho tanti ricordi della mia vita passata.
E molti degni di nota.
La mia non è stata una vita agiata.
Ma, dopotutto posso dire di essere una persona fortunata.
Perchè l’ho vissuta con il sorriso sulle labbra.
Certo, qualche sbaglio, sparso lungo la via, l’ho seminato anch’io.
Ma dopotutto, chi di noi può dire di non aver proprio nulla da rimpiangere?
Ho solo avuto qualche problema di troppo con i rintocchi delle campane.
Troppo stress, troppa agitazione, tanta inquietudine.
Ma forse, per il guardiano di un campanile, da stasera in pensione, la cosa più difficile da affrontare è proprio il silenzio dopo quell’ultimo, fatidico rintocco.
Pensato da
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