con questo post partecipo al writing tuesday di Silbietta dell’interno 105.
.§pensiero stupendo§.
Come avesse capito che lei e i fornelli fossero una cosa sola, Lucia lo aveva intuito in un piovoso e grigio sabato pomeriggio autunnale. costrette a casa dal maltempo lei e sua sorella si erano sfidate a colpi di biscotti fatti in casa, seguendo l’arcinota ricetta che fu della loro adorata nonna e poi della mamma. impastare e dosare zucchero e farina, uova e latte, cospergere i dicschi di pasta con lieve granella di cioccolata, per lei fu una rivelazione. e quel guizzo di sapori e ricordi non la abbandonarono più nonostante scegliesse di proseguire con gli studi iniziati, e poi successivamente facesse un lavoro letteralmente agli antipodi. impiegata in banca, allo sportello della banca, pronta a erogare mutui o a lenire le lamentele dei clienti. una faticaccia la sua, nonostante si considerasse ultrafortunata per aver acciuffato uno dei rari se non ultimi impieghi miracolosamente ancora a tempo inderterminato. si sfogava a casa, in cucina, di sera oppure durante i fine settimana. comprava libri di ricette, leggeva romanzi a tema, vedeva perfino film dal tocco culinario. ormai considerava Tita, l’eroina messicana di Come l’acqua per il cioccolato una sua intima amica. per non parlare della anticonformista Vianne di Chocolat, la cioccolattaia di celluloide più famosa della Francia.
fu proprio un dolce a farli conoscere. da un po’ di tempo aveva tentato e con successo di vendere le sue torte più succulente al pub sotto casa. e una di quelle sere, mentre ritirava il compenso che le spettava, un avventore chiese al padrone del locale se quella coppetta di profiteroles al doppio cioccolato fosse un prodotto industriale opure un semilavorato.
-perchè tanta curiosità? domandò a sua volta Lucia, non dando peso al fatto che si trovasse imbaccuccata in una tuta di pile, per giunta senza un filo di trucco. ma era domenica e onestamente se ne fregava del suo aspetto fisico, poichè aveva in testa solo di ritornare su nella sua piccola cucina, a studiare una nuova ricetta.
-mi interessa perchè nel caso fosse un lavoro completamente artigianale, vorrei fare i miei complimenti allo chef che l’ha inventato! Lucia a quel punto arrossì di piacere. il giovanotto che aveva di fronte non era da buttar via proprio per niente. quindi confessò di esser lei l’autrice del capolavoro dolciario. il tipo in questione allora la invitò al suo tavolo, offrendole un bicchierino di limoncello, liquore agrumato che ben si sposava con la crema al doppio cioccolato. Gaetano, da quella domenica cominciò a frequentarla. in capo a due settimane facevano coppia fissa. e Lucia era come rinata. Ora la sua vita aveva quel senso che prima pareva sfuggirle. sua nonna diceva bene: gli uomini vanno presi per la gola! tutto filò tranquillo per sei mesi circa. si avvicinava l’estate e Lucia intendeva organizzare una vacanza insieme al suo Gaetano. ma lui nicchiava. ogni scusa era buona per rimandare, nemmeno stessero decidendo di andare a convivere insieme. in più era vago nei discorsi e sfuggente. Lucia mangiò la foglia perchè l’incanto dei primi tempi della loro relazione sembrava essersi spezzato. ma attese il passo falso del suo uomo. che era troppo sicuro di sè – un errore fatale. quel venerdì sera fatidico si era data per malata rifiutandosi di uscire con Gaetano. lui d’altro canto non si lasciò sfuggire l’occasione e si buttò a capofitto in quella serata imprevista di libertà. commise però l’errore di invitare la sua nuova fiamma proprio nel pub dove aveva conosciuto Lucia. che era nel retrocucina, guarda un po ‘ il caso. perchè qualcosa le aveva detto di andare a vedere di persona se il suo intuito femminile l’aveva messa sulla buona strada. lei però non era un tipo da scenate o da tragedie greche. era piuttosto una che veniva dominata da una collera fredda e vendicativa. il dolce sul menù come al solito erano i suoi mitici profiteroles così tanto rinomati e degustati. il suo cavallo di battaglia. che Gaetano ordinò con aria da intenditore di lungo corso.
-aspetta, devo aggiungere uno spruzzo di liquore al dolce! e lesta Lucia allungò sul dessert una mano munita di una innocua e opalescente bottiglietta da mobile bar.
-vedrai che successo! esclamò sfoderando il suo sorriso più enigmatico in suo possesso.
uscì dal pub dalla porta di servizio. risalì su a casa sua, dove erano pronti i bagagli e il biglietto per una destinazione esotica. il volo era per quella sera stessa. al bar dell’areoporto seguiva per ingannare l’attesa le flash news del tg non stop. verso la fine un’agenzia riferiva in poche stringatissime parole, di un uomo di circa 35 anni, che a causa di un cibo probabilmente avariato era stato ricoverato d’urgenza per una lavanda gastrica e ulteriori accertamenti nel maggiore ospedale cittadino compresa la quarantena, poiche si voleva escludere un’eventuale principio di malattia contagiosa di origine gastrointestinale. dopotutto, era estate, e col caldo non si scherza! Lucia sorrise dietro la sua tazzina di caffè. l’idea del potente lassativo da cospargere sui profiteroles le era venuta per puro caso. un’idea niente male, probabilmente la sua ricetta migliore. si complimentò con se stessa per la sua audacia, mentre libera da qualsiasi senso di colpa si dirigeva verso il check-in e verso le sue sospirate vacanze.