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A mio modo di vedere, oggi come oggi, Cime tempestose non più ha bisogno di essere raccontato, rappresentato e attualizzato a potenziali letture razziali o antropologiche. Cime tempestose ha bisogno - se proprio non possiamo fare a meno di parlarne - di essere utilizzato come materia naturale della nostra cultura; come patrimonio comune in grado di generare riflessioni che superino quelle già note, amate, digerite sull'amore assoluto tra Heathcliff e Cathy.
La Arnold, invece, rende onore ai due amanti, al loro senso di unità e totalità, ma lo fa con un'estetica pericolasamente indie, azzurrina e corporea, che nel peggiore dei casi ricorda i toni lirici dei videoclip indie (e infatti alla fine partono i Mumford and Sons e la fotografia ricorda pericolosamente questo video) e nel migliore sembra una versione raffreddata e nordeuropea della luminosità abbacinante di Malick. Quello che le manca è uno spirito moderno e dunque necessario. Lo spirito di chi considera la grande letteratura del passato, quella che diventa tascabile e viene sempre ristampata, come materia alterata dalla cultura pop e a partire da un'impossibile innocenza ne sfrutta liberamente aspetti e temi.
Come fa ad esempio Martin Amis nella Vedova incinta, romanzo che mi ritrovo a citare sempre più spesso e nel quale l'emancipazione sessuale femminile degli anni '70 viene raccontata attraverso una straordinaria cavalcata goliardica nella letteratura inglese tra'700 e '800, da Fielding alla Austen, passando ovviamente per le Brontë. Amis non rende omaggio ai testi classici, non li attualizza e non li re-interpreta; li usa come altri mezzi del proprio bagaglio artistico, testi che hanno superato il diritto d'autore e per questo non necessitano più di rispetto e verità. Testi per l'appunto come Cime tempestose, che non chiedono altro che essere usati, sfruttati, pronti a diventare altro, a nascondere tra le righe significati e interpretazione che nemmeno posseggono, ma che ciascuno può trovare. Quello di Amis è un metodo che supera il post-moderno, che ridiventa creativo e schizzato come il modernismo e lo adatta alla frammentarietà dei nostri tempi. "Come vuoi spiegarmi Ragione e sentimento questa volta?", chiede Gloria a Keith, dopo che i due hanno intepretato e praticato in chiave erotica Orgoglio e pregiudizio. "Sfondandomi il culo, per caso?".
Ecco, insomma, per quanto bello e onesto, Wuthering Heights manca di questa follia folgorante e coraggiosa. E a conti fatti mi sembra solo un film che rende onore al romanzo di partenza mettendone in scena l'essenza. E' molto, ma non abbastanza. E dimostra quanto il cinema, proseguendo nella strada di un estetismo innamorato della natura e del reale, resti indietro nella comprensione di quella stessa natura e di quello stesso reale.
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