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Xylella ellettorale

Creato il 23 agosto 2014 da Trame In Divenire @trameindivenire

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Quello che accade, a un anno dall’inizio della “buriana” mediatica e dalle lotte iniziate da Spazi Popolari, è davvero curioso. Alla lunghissima e totale assenza dal palcoscenico Xylella, di lorsignori politici, nonostante l’emergenza dichiarata, l’inizio dello sterminio di centinaia di piante, eccoli fare capolino, poco prima che si aprino le danze elettorali ufficiali per le regionali, ma quando ormai, gli attori principali, hanno lanciato le loro candidature.

E così mi chiedo se si tratti di una coincidenza, dovuta a maturazione (ma così non sembra, vista la loro totale disinformazione e mancanza di conoscenza delle questioni relative all’ambito olivicolo, del fantomatico batterio fastidioso, assurto a pericolo killer e più in generale agricolo), o al fatto che anche se non ufficialmente siamo in piena campagna elettorale, pronti a far incetta di consensi.

Me lo chiedo perché, nonostante tutta l’attività che si sta svolgendo (da Spazi Popolari, ricercatori indipendenti, movimenti, compreso il lavoro in essere della magistratura che fa sguito all’esposto), nonstante i risultati favorevoli alla lotta, i giornali, soprattutto quelli di regine, finora, non fanno altro che da cassa di risonanza a chi si ostina a proporre soluzioni criminali: eradicazione manuale e chimica pesante, quella delle multinazionali. Manco fossimo in Vietnam e Cambogia. Del resto il Napalm fu inizialmente un diserbante. Soldi, affari, multinazionali. Anche ora, sulle nostre vite, sulla nostra terra.9

Senza dimenticare chi, tra i politici regionali, in queste ore si spertica attraverso i media per promuovere e difendere il valore sociale, economico e culturale della “notte della taranta”, trascurando però le sue radici, la sua terra, quello che gli accade.

Pochi, troppo pochi, tra ricrcatori, burocrati e politici, tutti alla ricerca di fondi (meglio se comunitari, visto che di quelli statali e regionali non ce n’è nemmeno l’ombra), media compresi, si preoccupano minimamente dello stato di un territorio per anni martoriato dall’abbandono e dalla chimica, compresa quella dell’industria. Nessuno ad esempio che s’interroga sullo stato delle falde acquifere, del terreno, delle radici. Meglio la xylella, nuova, sconosciuta ai più. Un pericolosissimo killer in grado di agitare le acque di lete di crimini ambientali ben occultati, nel suolo, in aria e nelle abitudini di prassi agrigole contro natura.

Nemmeno una parola, quindi, sul “miracolo” delle buone pratiche agronomiche, quelle che nei millenni, hanno permesso all’umanità di avere in dote un patrimonio naturale, economico e culurale inestimabile e irrinunciabile, l’essenza stessa della vita. Quelle buone pratiche che in poco più di sei mesi, in alcuni uliveti ineressati dal fenomeno dell’essiccamento, hanno permesso una vera e propria rinascita, temperature nonostanti. E addio xylella. Ma che non si sappia. Tutto è taciuto. Non conviene, al business, all’intreccio tra baroni/politici/burocrati/multinazionali.

E dunque, umilmente, ritengo che quando rappresentanti politici, classe dirigente e media cambieranno atteggiamento, passando dalle parole ai fatti, solo allora potremo tirare un sospiro di sollievo. Fino ad allora ci toccherà lottare, per il bene di tutti, dell’umanità intera.


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