Magazine Cultura

Yang Lian – La poesia della libertà

Creato il 28 gennaio 2012 da Editoredimestesso

Yang Lian – La poesia della libertàVince il Premio Internazionale Nonino 2012 Yang Lian, uno dei più rappresentativi poeti cinesi, esiliato dalla sua terra a seguito della sanguinosa repressione di Piazza Tienanmen e candidato nel 2002 al Premio Nobel per la Letteratura.

«Ancorato alle millenarie radici della sua cultura, la reinterpreta reinventandola, aprendola alle tensioni della contemporaneità, toccando nei suoi versi tutti i grandi interrogativi del nostro esistere e ricordandoci che la poesia è la nostra unica lingua madre. Un esule assoluto e distante cantore, profondo al di là del nostro spazio-tempo».

Queste sono le parole con le quali la giuria del Premio Internazionale Nonino ha presentato il vincitore dell’edizione di quest’anno: Yang Lian, straordinario autore di lunghe e personalissime composizioni in cui sensibilità occidentale e tradizioni legate alla sua terra si fondono con esiti letterari straordinari.

Yang Lian nasce a Berna nel 1955. Figlio di diplomatici, si avvicina alla poesia giovanissimo dopo la morte della madre. Nel 1979 partecipa al movimento democrativo Primavera di Pechino, entrando così in contatto con i più importanti esponenti della cultura letteraria cinese di quegli anni, fra questi il poeta Gu Cheng che lo introduce nella redazione di Jintian. Nel 1987 fonda il Club dei Poeti Superstiti, con i quali dà vita alla rivista Xincunzhe. Alla fine degli anni Ottanta inizia una serie di collaborazioni con riviste e università in giro per il mondo e quando il 4 giugno l’esercito cinese massacra centinaia di studenti si trova a Auckland, dove organizza una lettura di protesta che diviene storica. Nel 2002 viene candidato al premio Nobel per la Letteratura e due anni più tardi esce in Italia il suo volume Dove si ferma il mare, edito da Scheiwiller. Tradotto in oltre venticinque lingue, è attualmente considerato uno dei maggiori poeti cinesi contemporanei.

Dove si ferma il mare

Sopra il mare asfaltato un uccello bianco come un fantasma

annusa la riva qual faro si ferma proprio

a sinistra dove incontrammo una morte accidentale

sul mare asfaltato c’è ancora un aratro spezzato

cent’anni col precipizio di una lapide

ridipingono i nostri nomi

sul bordo del tavolo di roccia rossa siamo visti a pranzo

acqua di mare il falò di aghi di pino verde smeraldo riscalda lo scheletro

mostra tutti i denti corrosi dalla ruggine danza

la punta aguzza del tempietto viene mescolata a questa notte di ogni agosto

pioggia tempestosa lettura obbligatoria nella lezione della morte

(estratto da: Dove si ferma il mare, Scheiwiller – 2004)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :