Nuove accuse per Mohammed Fikri, l’operaio magrebino fermato lo scorso 4 dicembre, accusato di essere il killer della giovanissima Yara Gambirasio. Ricordiamo che Fikri, di mestiere piastrellista, e, per dovere di cronaca sottolineiamo che era stato bloccato mentre era a bordo di un traghetto diretto a Tangeri, ma era stato rilasciato dopo due giorni, a causa di una traduzione sbagliato. Il marocchino, che il giorno della scomparsa di Yara, il 26 novembre del 2010, era al lavoro nel cantiere di Mapello, era finito nel mirino degli inquirenti per una frase intercettata al telefono, mentre parlava con la fidanzata: si pensava avesse detto “Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io”. Ma poi, a una seconda, più attenta valutazione da parte dei traduttori, la frase è risultata essere: “Allah mi protegga”. Così dopo tre giorni l’uomo era stato scarcerato. Ora invece si torna a parlare di lui, perchè pare che ”Una taglierina affilatissima e sottile che serve per delimitare e ripulire i bordi delle piastrelle rendendoli netti e puliti quando vengono posate e incollate al pavimento.” Cosi si legge nella relazione di Cristina Cattaneo. ”I tagli sul corpo di Yara sono sei: uno, che ricorda una X, nella zona lombare e due orizzontali, subito sotto che sembrano incrociare quella X. Poi un taglio sul collo e due lungo i polsi. Più che tagli sono incisioni superficiali che non hanno provocato una perdita di sangue e che non hanno quindi provocato la morte. Perché l’assassino ha infierito con una taglierina sul corpo, già probabilmente privo di vita, di Yara? Nessuno finora ha saputo rispondere: solo ipotesi”. (Oggi)
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