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Yes, we must

Creato il 26 settembre 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm
YES, WE MUSTProprio oggi (25 settembre, ndr) è stato pubblicato il bando per il cosiddetto “concorsone” che dovrebbe assegnare le circa 7000 cattedre vacanti nella scuola italiana. Lo sforzo va sicuramente apprezzato ma, per capire meglio la portata di certe cifre, credo che sia sufficiente sottolineare che lo stesso concorso è stato indetto in Francia e punta ad assegnarne circa 40000 (la popolazione di Francia e Italia è numericamente simile). E’ chiaro che non si deve ridurre tutto ad una questione di numeri, ed è altrettanto vero che anche in Francia la situazione non è delle migliori (non è così remoto il rischio che l’ offerta sia inferiore alla domanda: il lavoro di docente non è ben remunerato ed è considerato da alcuni addirittura rischioso). Ma al di la di tutte queste osservazioni, fermarsi un attimo per capire come si possa migliore il settore dell’ istruzione è cosa buona e giusta. Il Ministro Profumo sta spingendo per aumentare la presenza della tecnologia nelle scuole del Bel Paese e, oltre alle solite proposte riguardanti l’informatizzazione della burocrazia, ha più volte paventato la possibilità che gli studenti si presentino in classe muniti di tablet anziché dei pesantissimi (e costosissimi) libri di testo. Soluzione che, a livello teorico, condivido in pieno anche se l’effettiva realizzazione mi sembra remota qualora si imponga che sia il Ministero stesso a dover finanziare l'intera operazione (come lo stesso Profumo ha più volte fatto intendere). Ma, supponendo che i soldi ci siano (e a dir la verità i soldi ci sono: nelle tasche delle persone sbagliate!), una domanda sorge spontanea: è più importante fornire a ciascuno studente l’ultimo gioiello della tecnologia o ristrutturare il 50% delle strutture scolastiche che al momento risulta inagibile?Oltre ad un’attenta valutazione delle priorità, è obbligatorio estendere i confini del discorso. Credo che i destini di una Nazione (e più in generale del Mondo intero) dipendano dal valore della sua classe dirigente. E, salvo casi eccezionali, mi risulta che una classe dirigente preparata sia il frutto del lavoro di una classe docente di qualità rilevanti. Dobbiamo dunque individuare il metodo per innalzare il livello dell’ istruzione. Dice Barack Obama: “Non c’ è motivo per cui un insegnate efficiente, di grande esperienza e con alte qualifiche all’apice della carriera non debba guadagnare centomila dollari all’anno”. E’ proprio questo è il punto: è necessario che il posto di docente diventi appetibile (e, soprattutto, accessibile) per tutti quei laureati con un’ottima preparazione che le nostre università continuano a sfornare e che prontamente vengono regalati ad altri Paesi. E’ ovvio che, dovendo scegliere la carriera professionale più conveniente, poche persone sceglierebbero (a meno di particolari motivazioni) di avvicinarsi al sistema della Pubblica Istruzione. Dall’altro lato però è necessario che vi sia un meccanismo basato esclusivamente sulla meritocrazia.Sempre Obama prosegue dicendo: “in cambio di stipendi migliori, bisogna però che gli insegnanti si rendano maggiormente responsabili delle proprie prestazioni e che i distretti scolastici abbiano la possibilità di liberarsi più facilmente degli insegnanti incapaci”. Come sempre, le proposte fatte sono numerose ed interessanti ma ciò che sembra mancare è la volontà di portare avanti le riforme. Il libro dal quale ho tratto le parole del Presidente degli Stati Uniti si intitola “L’Audacia della Speranza”. Quello che serve al nostro Paese sono dei Maestri audaci che ci permettano di mantenere viva la speranza.
Carlo Battistessa

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