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Alessandro Tota è nato a Bari nel 1982. I suoi fumetti sono stati pubblicati nelle riviste Internazionale [1] , Canicola (di cui è stato co-fondatore nel 2005), Kuti Kuti Tabloid, Zarevue [2] , Black, Stripburger e ANIMAls. Ha partecipato alle antologie Sventurata la Terra che ha bisogno di (super) eroi e Intrusi, con il suo primo fumetto lungo intitolato Fratelli, e ha disegnato due pubblicità a fumetti per la Diadora. Nel 2010 è uscito Yeti, il suo primo volume a fumetti pubblicato in Italia da Coconino Press. Inoltre molti fumetti di Tota sono apparsi in rete nei blog Pupazzetti e Diari.
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="235" width="247" alt="Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27841" />Tappa decisiva per comprendere la prima fase della carriera di fumettista di Alessandro Tota è la decisione di trasferirsi a Parigi, maturata dopo avere conseguito il diploma all’Accademia di belle arti di Bologna. Il dato biografico è importante perché l’esperienza di immigrato sui generis in Francia è il tema del suo secondo fumetto lungo intitolato Yeti, di un diario personale composto da brevi fumetti pubblicati in rete e delle cartoline a fumetti realizzate per Internazionale.
Sia il diario on line che le cartoline possono essere visti come una sorta di canovaccio dal quale l’autore ha ricavato Yeti.
Nell’autobiografia compaiono Caterina [3] , l’aspirante fumettista amata da Yeti, e Volker, il tedesco che nel fumetto è uno dei co-protagonisti principali; la sequenza ambientata nel cimitero di Bagneux è narrata anche in una pagina del diario [4] ; lo stesso vale per l’esperienza lavorativa nel call center, che in una cartolina [5] è descritta da un’angolatura diversa rispetto a questo volume; un altro punto di contatto è la festa dei bourgeois bohémiens, che da divertente resoconto degli incontri nel pisciatoio [6] diventa uno snodo drammatico in Yeti [7] .
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="188" width="218" alt="Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-27843" />Forse anche lo stesso Yeti è già presente in maniera embrionale nei fumetti pubblicati in rete [8] . In un’intervista rilasciata al sito francese BoDoi [9] l’autore ha raccontato che il personaggio è nato nel 2007 quando lavorava in un call center.
Per distrarsi aveva disegnato lo Yeti, chiamato al tempo “puzzetto” (parola inventata che nasce dall’unione di puzza e pupazzetto), da mostrare alla ragazza seduta di fianco a lui.
Yeti però non è un rifacimento del diario parigino. Va notato che l’autore passa dall’autobiografia del diario alla fusione fra biografia e favola di Yeti, nonché dal bianco e nero al colore.
Quello che Tota vuole fare con Yeti è raccontare:
la vita che fanno i ragazzi tra i 20 e i 30 anni che si spostano, per inquietudine e per curiosità, nella comunità europea. In pratica la vita mia e dei miei amici in una città come Parigi. Solo che invece di procedere continuando sulla strada dell’autobiografia, ho scelto una porta laterale, quella di un personaggio che fosse una metafora visiva: che fosse assolutamente “sbagliato” nel contesto della grande città. Per gli altri personaggi ho continuato a usare, come nei diari, le fisionomie delle persone che mi circondano, ma ne ho stravolto la psicologia. Recitano come attori in un film, e il copione corrisponde solo a tratti alla loro vita.
La scelta di mettere da parte la narrazione dell’esperienza personale per raccontare una situazione che riguarda molti ragazzi che per necessità o per scelta si recano all’estero viene messa in pratica attraverso la creazione di un personaggio che, nella sua mancanza di forma, potrebbe essere chiunque. A un intervistatore che ha notato una certa somiglianza tra Tota e l’Alessandro del fumetto, l’autore risponde:
Questa cosa del personaggio non deve trarre in inganno: non faccio più autobiografia. Ho lavorato così per un paio d’anni, ma adesso, qualora mi si riconoscesse, bisogna intenderla allo stesso modo di un regista che sta interpretando un cammeo nel suo film.((Giuseppe Fraccalvieri, Yeti, esordio a fumetti per Alessandro Tota, in www.linkredulo.it/spettacoli-e-cultura/1285-yeti-esordio-a-fumetti-di-alessandro-tota.html, 2010.))
Come scrive Francesco Boille su Internazionale:
Dietro l’apparenza da fiaba contemporanea si celano contenuti cupi e disincantati, interrogazioni profonde. L’alienazione più comune, il lavoro di tanti giovani confinati nel precariato (i call center), la noia consumistica, l’indifferenza verso i nuovi poveri – sempre più numerosi – raccontati come una cronaca della quotidianità dal sapore autobiografico. [10]
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L’utilizzo di un personaggio del genere – rosa, puro, informe – comporta un inevitabile allontanamento da una narrazione realistica, che in Yeti rimane comunque predominante ma viene contaminata con l’elemento della favola. Con un approccio del genere è impossibile per l’autore continuare sulla strada del bianco e nero trasandato utilizzato per il diario: l’uso del colore è d’obbligo e il tratto diventa più rigoroso.
E’ nella direzione della favola che va l’autore quando decide di creare un incipit composto da testi dattiloscritti affiancati da illustrazioni nelle quali compaiono personaggi antropomorfi, ed è anti-realistico il modo in cui parla Yeti e in cui gli altri personaggi rispondono ai suoi “gnù”. L’autore ha parlato delle pagine iniziali di Yeti in un’intervista rilasciata a Linus:
le prime dieci pagine, in realtà, sono un falso! Un falso Tomi Ungerer, uno dei miei disegnatori preferiti, anche se oggi non lo conosce quasi nessuno. Quelle tavole sono citazione integrale di un suo libro… e penso che ci sia anche molto di Robert Crumb. Nel modo di disegnare gli animali, non ho altri riferimenti oltre a Fritz il Gatto. [11]
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La verità/menzogna è collocata in un punto cruciale di Yeti. Durante una festa Alessandro mette lo Yeti di fronte alla realtà:
Lei… Caterina… Non è che si stia comportando tanto bene con te, sai? Perché… Tu sei tutto preso, no? E quello che lei ti dà ti sembra oro. A ogni minimo segnale tu scodinzoli e fai le capriole come un cagnolino… Ma lei ti dà le briciole, capisci? (…) Ma li vedi o no, gli altri? Hanno bei vestiti, sono ben pagati, sono a loro agio nel Mondo, scopano! Insomma questa è la società del benessere! Tu non puoi essere come loro!
Yeti si scoraggia e decide di andarsene da Parigi. Ma è davvero la verità quella che Alessandro ha detto allo Yeti? Dopo la scomparsa dello strano essere rosa, Caterina si preoccupa e vuole chiamare la polizia. Alessandro le spiega che lo Yeti se ne è andato senza salutarli perché:> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="188" width="240" alt="Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27834" />
Questa è Parigi! Se non ce la fai a stare a galla, affondi! Non era il posto per lui! Gliel’ho anche detto! La verità! Io dico sempre la verità!
Caterina ribatte in modo secco:
Tu dici un mucchio di stronzate!
Yeti, non a caso il primo libro a fumetti dell’autore, può quindi essere visto come un punto d’arrivo della prima fase della carriera fumettistica di Alessandro Tota, una sintesi grafica e contenutistica di quanto ha realizzato negli ultimi cinque anni.
Abbiamo parlato di:
Yeti
Alessandro Tota
Coconino–Fandango, 2010
112 pagine, brossurato, colori — 15,00€
ISBN: 978−88−7618−155−9
Riferimenti:
Coconino Press: www.coconinopress.com
Alessandro Tota, il blog: pupazzetti.splinder.com
Alessandro Tota, diari: totadiari.splinder.com
Alessandro Tota, Cartolina da Parigi, in http://pupazzetti.splinder.com/post/19285662, 2008; Alessandro Tota, Cartolina da Bari, in http://pupazzetti.splinder.com/post/21154886, 2009; Alessandro Tota, Cartolina da Londra, in http://pupazzetti.splinder.com/post/22252269, 2010.
Note:
- Alessandro Tota, Cartolina da Parigi, in pupazzetti.splinder.com/post/19285662, 2008; Alessandro Tota, Cartolina da Bari, in pupazzetti.splinder.com/post/21154886, 2009; Alessandro Tota, Cartolina da Londra, in pupazzetti.splinder.com/post/22252269, 2010. [↩]
- Alessandro Tota, L’arte della fuga, in pupazzetti.splinder.com/post/4976830, 2005. [↩]
- per esempio in Alessandro Tota, Les Italiennes, in pupazzetti.splinder.com/post/7234596, 2006. [↩]
- Alessandro Tota, Les Journes Zuzzù. Journal avec Caterina, in pupazzetti.splinder.com/post/7313828, 2006. [↩]
- Alessandro Tota, Non sorridere mai, in pupazzetti.splinder.com/post/17493013, 2008. [↩]
- Alessandro Tota, senza titolo, in pupazzetti.splinder.com/post/7784150, 2006. [↩]
- Inoltre la prima vignetta di Alessandro Tota, Yeti, Coconino Press, Bologna, 2010, pag. 93 è ricavata da Alessandro Tota, senza titolo, in pupazzetti.splinder.com/post/10112459, 2006. [↩]
- Il personaggio che compare ad esempio in Alessandro Tota, senza titolo, in pupazzetti.splinder.com/post/9059267, 2006. In pupazzetti.splinder.com/post/10067022 c’è una versione a colori di quel personaggio disegnata per la rivista finlandese Kuti Kuti Tabloid. [↩]
- Laurence Le Saux, Alessandro Tota dessine sa “Terre d’accueil, in www.bodoi.info/magazine/2010–01-22/alessandro-tota-dessine-sa-terre-daccueil/28156, 2010. [↩]
- Francesco Boille, Yeti, in www.internazionale.it/i-libri-della-settimana-20/, 2010. [↩]
- Michele R. Serra, Yeti in terra di Francia, in linus.net/2010/08/yeti-in-terra-di-francia-di-michele-r-serra/, 2010. [↩]
- Alessandro Tota, Fratelli, in AA.VV., Gli intrusi, Coconino Press, 2007. [↩]