L’All-Star Saturday Night è il momento di mettere in mostra tutto il lato spettacolare ed esaltante del weekend dell’All-Star Game e quest’anno, davvero, le emozioni non sono mancate.
Shooting Stars Challenge
La prima sfida del sabato newyorkese è quella dello Shooting Stars Challenge, che vede la conferma del Team Bosh, al terzo titolo consecutivo nella competizione. Team Curry, composto da Stephen Curry, Dell Curry e Sue Bird, chiude con un buon tempo, 47 secondi. Peggio fa Team Millsap, con oltre 51 secondi, ma ecco che arriva Team Westbrook, guidato da Russell con Penny Hardaway e Tamika Catchings, a spodestare i rivali e fermare il cronometro a 35 secondi.
Scendono in campo i favoriti, con Chris Bosh accompagnato da Dominique Wilkins e Swin Cash. Ci pensa proprio il giocatore degli Heat a portare i suoi in finale, con il canestro da metà campo che interrompe la corsa del tempo a 30 secondi. In finale non c’è storia: Team Westbrook non riesce a centrare il canestro finale e macina tutti e 90 i secondi a disposizione (0/26), mentre Team Bosh, con qualche difficoltà, grazie alla bomba di Wilkins, chiude a 57 secondi e si aggiudica il titolo per il terzo anno consecutivo.
Taco Bell Skills Challenge
Arriva poi il momento di dimostrare, per otto tra le più talentuose guardie nella Lega, le proprie abilità nel ruolo di competenza. Il nuovo formato, che prevede sfide 1 contro 1 con tanto di quarti di finale, semifinali e finale, sicuramente convince ed emoziona maggiormente rispetto al precedente. Patrick Beverley per un soffio ha la meglio di Isaiah Thomas al lay-up decisivo, mentre Jeff Teague non ha altrettante difficoltà a segnare la tripla che mette fine alla sua sfida contro Elfrid Payton, per la gioia di Al Horford che lo sostiene da bordo campo. Brandon Knight rischia grosso contro Trey Burke, arrivando con un bel vantaggio alla linea dei tre punti, ma sbagliando un paio di triple prima di infilare quella del successo. Il campione in carica è spodestato, mentre Kyle Lowry non si fa sorprendere da Dennis Schroder. Teague sfida Beverley e si lancia alla grande verso la finale, ma, proprio sul più bello, fa 0/2 in solitaria da oltre l’arco, mentre il cinico avversario in maglia Rockets non sbaglia il suo primo tentativo e vola a giocarsi il titolo. Non ha altrettanta pietà Knight di Lowry e lo stende prima ancora che la guardia dei Raptors possa raggiungere la linea del decisivo tiro per il successo. Nella finale, Knight è perfetto nella prima parte, segna agilmente il lay-up e si invola verso la vittoria, ma, arrivato alla linea da tre punti, getta al vento un’occasione sul primo ferro ed è sfortunato sul secondo tentativo. Nel frattempo è arrivato un attardato Beverley, in difficoltà nella prova di passaggio, che spara un’unica cartuccia e colpisce il bersaglio, rubando lo show e il trofeo all’avversario in maglia Bucks. Beverley diventa, con 10.7 punti a partita, il vincitore dello Skills Challenge con la peggior media punti a partita prima dell’All-Star Weekend.
Foot Locker Three Point Contest
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— NBA (@NBA) 6 Febbraio 2015
Grande momento, soprattutto per i colori italiani, è quello del Three Point Contest, che quest’anno mette di fronte 7 dei primi 10 giocatori della Lega per triple segnate. Tutti gli occhi sono puntati sul nostro Marco Belinelli, che si presenta alla sfida da campione in carica. Il nostro rappresentante in maglia Spurs è costante da praticamente qualsiasi delle cinque posizioni oltre l’arco, ma il punteggio finale, 18, sembra non poter bastare. Ed infatti Belinelli impatta con J.J. Redick e Kyle Korver, che incredibilmente non segna alcuna delle moneyball da due punti a sua disposizione e perde così l’accesso al turno finale. Accesso che di certo non merita uno spento James Harden, ultimo nel contest con soli 15 punti a taccuino, ma di cui certamente sarebbe stato degno un ottimo Wesley Matthews, a quota 22 punti, lasciatosi però prendere dall’emozione nei tre turni finali dopo un inizio scoppiettante. Mai abbassare la guardia se di fronte si hanno fenomeni del calibro di Kyrie Irving e Stephen Curry, che impattano a quota 23 punti, avanzando entrambi per il round decisivo, e per il fantastico Klay Thompson, che domina il primo turno con 24 punti. Se la finale non è altrettanto emozionante è perché Curry la gioca su un livello spaziale: dopo i 17 punti di Irving, con un incredibile 0/5 dalla posizione centrale, Curry scalda i motori e mette insieme un fantastico 20/25, che grazie ai punti extra delle moneyball compone un 27 quasi irraggiungibile per Thompson, il quale difatti stecca e chiude terzo con soli 14 punti. Gli Splash Brothers, comunque, sono i primi compagni di squadra in una finale del Three Point Contest da Ray Allen e Paul Pierce nel 2011. I 13 canestri consecutivi di Curry nel round finale, decisivi per consegnargli il trofeo, sono la seconda striscia più lunga di sempre nella competizione.
Sprite Slam Dunk Contest
Ed ecco finalmente la gara più attesa e, per molti versi, criticata dell’All-Star Saturday Night. Ormai da tempo si infiammano le polemiche sulla pochezza del livello medio delle schiacciate presentate, ma quest’anno ci ha pensato un rookie da Renton a scaldare il pubblico di New York. Mason Plumlee, che guida la comitiva con 88 schiacciate stagionali, ma di certo non è il favorito, centra una buona schiacciata con l’aiuto di Irving e sigla 40 punti. Giannis Antetokounmpo, invece, non riesce a centrare l’obiettivo e non va oltre la soglia dei 30 punti.
Victor Oladipo alza paurosamente il livello con questa ottima reverse 360°, che gli riesce al terzo tentativo e gli regala un perfetto 50 per cominciare. Zach LaVine, però, ha in mente di portare a casa il trofeo. Si mette addosso la pressione della nomea di “Space Jam Dunk” e di Michael Jordan sulla schiena e parte. Il primo tentativo serve per prendere le misure, il secondo fa alzare tutti in piedi con lo sguardo allucinato:
Uno straordinario 50 e tutti i favori del pronostico ora sono sulle sue spalle. Antetokounmpo non va oltre i 35 punti e chiude con uno scialbo 65, Plumlee cambia schiacciata in corsa e il voto ne risente, fermandosi a soli 36 punti, per un totale di 76, mentre Oladipo non è altrettanto esplosivo come nella prima occasione e, nonostante la firma di Hakeem Olajuwon sul pallone, scrive 39 punti, guadagnandosi il turno finale con 89 punti. Tutti aspettano, però, LaVine e lui non delude le attese. Il risultato non è sui livelli spaziali del primo, ma fa alzare di nuovo tutti in piedi e merita di essere visto e rivisto:
Il round finale vede un Oladipo sottotono alla prima schiacciata, che non gli riesce e gli vale soltanto un 31 di punteggio, mentre LaVine scende dalla soglia della perfezione, guadagnandosi comunque un 45 che mette una seria ipoteca sulla sua vittoria. La guardia dei Magic cambia la seconda schiacciata in corsa e col compagno di squadra Payton emula, in parte, una schiacciata che fu di Andre Iguodala e Allen Iverson. Con 41 punti arriva a 72, ma contro questo LaVine di certo non basta.
Con questa schiacciata arrivano altri 49 punti e la prima vittoria di un giocatore in maglia Timberwolves da Isaiah Rider nel 1994, quando ancora LaVine non era nato, diventa realtà. Una vittoria meritatissima, anche e soprattutto per come ha ridato spettacolarità e rilevanza a una sfida tanto straordinaria e storica.