Un incubo fatto di luci ed ombre: componenti essenziali dell'opera. Tra questi due elementi si gioca una partita perversa e intrigante che abbraccia i più reconditi ambiti della mente e si riflette, poi, nelle descrizioni materiali: se di giorno l'interno della "grotta dei pipistrelli" offre uno straordinario spettacolo di rimandi luminosi, di notte può tramutarsi in una nera trappola mortale. Ma l'origine degli eventi sta in un fenomeno alquanto strano chiamato Doppelgänger: in tedesco sosia, alter ego. Questo termine è generalmente riferito all'esistenza di un proprio doppio dalla natura misteriosa e oscura, come non tarda a narrare Edgar Allan Poe nel racconto intitolato "William Wilson"; ma nel nostro caso specifico è lo stesso Lazarus a spiegare: "É una parola tedesca [...]. Si usa per descrivere l'ombra di una persona che, per qualche motivo, si è separata dal suo proprietario". La causa di un tale evento rimane per lo più misteriosa, ma sembra che l'ombra possa essere imprigionata e, se così possiamo dire, presa in pegno di una promessa. Un tale patto, infranto, porterà a dolorose conseguenze, ma la particolarità dell'episodio sta nell'accordo, nel compromesso non presente per esempio in Poe, qualcosa che ricorda "Il ritratto di Dorian Gray", ma ben lontano dal problema estetico/morale e più connesso a suggestioni psicologiche e soprannaturali. Elementi comunque presenti nelle opere successive di Zafón, di cui questo libro sembra la bozza tematica e stilistica, una sorta di premessa ed esercitazione ai lavori successivi, di maggior successo e resa letteraria. Infatti, anche nei successivi romanzi troviamo personaggi ingegnosi, con storie profonde, ben caratterizzati, e la costante presenza dei libri, elementi fortemente simbolici, insieme ad eventi misteriosi ed al perenne contrasto tra luce e tenebra. Molto labile e poco rilevante la suggestione della Seconda Guerra Mondiale che cambia nuovamente le vite della famiglia Sauvelle, quasi ad amplificare e concretizzare la realtà simbolica della vicenda vissuta in Normandia. Sembra che l'autore voglia dirci: il male è in ognuno di noi e nessun altro può batterlo se non noi stessi. Ma chiude, comunque, con una nota romantica che lascia nel cuore nostalgia e speranza. In sintesi credo sia un buon libro (soprattutto per i giovani che si avvicinano alla lettura), di cui bisogna, però, contestualizzare la creazione per evitare di dare giudizi affrettati.
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