Oggi parliamo di videogames, della storia dei videogames. Nel 1988 esce per la Lucafilm Games uno dei giochi in assoluto più belli di tutti i tempi: Zak McKracken and the Alien Mindbenders.
Zak McKracken è un’avventura grafica realizzata originariamente per il Commodore 64 e immediatamente dopo convertita per Amiga, Atari ST e PC.
Zak, un giornalista frustrato impiegato per il National Inquisitor, un tabloid, da quattro soldi; quando il capo redattore gli commissiona l’ennesimo articolo su scoiattoli a due teste e UFO il povero Zak torna a casa depresso e si mette a letto. Da qui inizierà la sua straordinaria avventura; un sogno rilevatore aprirà, infatti, a Zak le porte sugli intrighi di una razza aliena che sta utilizzando la rete telefonica per rendere stupida la popolazione terrestre al fine di conquistare il pianeta.
Zak capisce che deve fermarli e per farlo dovrà affrontare una rischiosa impresa che lo porterà in Egitto, in Perù, a Stonehnge, su Atlantide e nello spazio fin su Marte, tutto ciò in compagnia e con l’aiuto di Annie Larris, Melissa China e Leslie Bennett, tre studentesse di Yale
Il gioco è stato ideato da David Fox insieme a Matthew Kane ed è molto diverso da tutto quello che si può trovare oggi in commercio. Certo la realizzazione grafica non è quella a cui siete abituati, il gioco per PC utilizzava l’allora avveneristica, per i computer IBM-Compatibili, scheda grafica EGA con ben 16 (sedici) colori, ma sono passati 25 anni e oggi non esistono praticamente più avventure grafiche come quelle della Lucasfilm dell’epoca.
Zak McKracken (come Maniac Mension prima di lui) era un gioco non lineare; non c’è, come accade oggi, una storia che accompagna il giocatore, come in un lungo film, attraverso un susseguirsi di enigmi che spesso sembrano più funzionali a narrare un racconto che a rendere la vita difficile al giocatore. Zak McKracken gira per il mondo alla ricerca di indizi da mettere insieme per poter salvare la razza umana e nel fare questo nulla impedisce che lui o le sue compagne possano morire nel tentativo, terminando il gioco, o possano rimanere bloccati senza via d’uscita; questo rende il gioco magari più frustrante ma sicuramente più divertente.
E’ di questi giorni l’annuncio che la Disney, dopo l’acquisizione per 4 miliardi di dollari della Lucafilm, ha deciso di dismettere il ramo Lucasarts (ex Lucasfilm games). In effetti è dalla fine degli anni ’90 che la Lucasart non produce più videogames degni di nota (mi pare fosse in progetto l’ennesimo videogioco su Star Wars), è comunque triste pensare che un pezzo di storia dei videogames finisca così.
Alla Lucasarts e alle sue avventure grafiche, oltre ad ore di grande divertimento, devo la mia (comunque scarsa) conoscenza della lingua inglese, all’epoca quei titoli li trovavo solo in lingua originale e mi ricordo che ci giocavo col vocabolarietto vicino alla tastiera (no cari, non ‘cera Google Translate, non c’era Google e non c’era nemmeno il World Wide Web)
Vi lascio con l’intro del gioco ancora oggi utilizzabile grazie a ScummVM anche con Windows 8
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