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“Zazie nel metrò” – Raymond Queneau

Creato il 06 febbraio 2012 da Temperamente

“Zazie nel metrò” – Raymond QueneauC'è già il saggio di Roland Barthes, in coda al libro, a sottolineare l'utilizzo funambolico della lingua da parte di Queneau: il lettore non francofono di sicuro perde gran parte del gusto del testo, e riesce solo a intuire quanto infinitamente più brillante fosse quello originale. Tuttavia se in trasparenza si riesce solo a intravedere il sostrato lessicale, l'atteggiamento ironico dell'autore è ricavabile anche dalla riflessione sul ruolo dei personaggi: lettura a cui si è predisposti se di Queneau, oltre ai Fiori blu e agli Esercizi di stile, si è letto Icaro involato. I personaggi di Queneau sono irriverenti e ingestibili come la piccola, maleducata, Zazie, e sembrano sfuggire al controllo del creatore della storia; d'altra parte un dialogo fra Trouscaillon e Gabriel ci fa sorridere sulla riflessione di Queneau circa il riutilizzo delle trovate da parte degli artisti:

- [...] Gli artisti, che vuole, spesso è così. Quando hanno una trovata, la sfruttano fino all'osso. Certo siamo tutti un po' così, ciascuno nel suo genere.
- Io no, - disse Trouscallion con semplicità. - Io, le mie trovate, le cambio sempre.
- Perché non ha ancora trovato quella buona. Ecco: lei sta ancora cercando. Ma quando avrà raggiunto un vero risultato, si fermerà [...].

È questo che rende piacevole la lettura di Queneau, le strizzate d'occhio al lettore sul proprio ruolo di scrittore, che rendono ancora più ironico il ritornello del pappagallo Laverdure: "Chiacchieri, chiacchieri, non sai far altro" (e scopriamo, in un solo punto del testo, che in realtà il pennuto è anche in grado di dire altro: "Non si capisce né l'hic di questo nunc, né il quid di questo quod", quindi sceglie di accusare chiunque - autore incluso, a questo punto - di chiacchierare a vuoto).

I modelli letterari sono stravolti e parodiati: in due punti è l' Amleto a essere bersagliato: "Chi altrimenti sopporterebbe i colpi della sorte e le umiliazioni di una bella carriera, gli imbrogli dei droghieri, le tariffe dei macellai [...]", e poi ancora "L'essere o il nulla, ecco il problema. Salire, scendere, andare, venire [...]". I personaggi si confondono, i luoghi sono incerti e Zazie dichiara, a un certo punto: "Siamo in troppi".

Più che la storia di una ragazzina giunta a Parigi in visita dallo zio e a cui uno sciopero impedisce di vedere la metropolitana, salvo viaggiarci nel sonno alla fine del viaggio, questo libro è, prima della stesura di Icaro involato e dei Fiori blu, ma dopo gli Esercizi di stile, una riflessione penetrante sul ruolo dello scrittore e del suo rapporto con i personaggi che, alla fine del libro, si disperdono nella galleria del metrò, ciascuno per la sua strada, in piena autonomia.

Carlotta Susca

R. Queneau, Zazie nel metrò, Einaudi, 188 pp., € 10,50.


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