Parlare di Zeman, per noi romanisti, non è mai facile.
In realtà basta dire “boemo” e scatta un ALE ALE ROMA ALEEEE’… che di oggettivo e critico ha ben poco. E’ un riflesso condizionato, non possiamo farci niente. Come dire “figa” in presenza di Bobo Vieri: inizia a salivare come un cane di Pavlov.
Chiaramente, tutta questa emotività e passione non è supportata da alcun tipo di risultato sportivo. Zeman a Roma non ha mai vinto niente, neppure con la Lazio (fa male ricordarlo ma è stato pure biancoceleste).
Eppure c’è questo amore viscerale, adolescenziale quasi.
Il romanista, da sempre, tiene il santino di Zeman nel portafogli. E’ una filosofia, dicono.
E’ la filosofia di segnare 90 gol e subirne 89.
E’ la filosofia del divertimento.
E’ una filosofia del cazzo, direi.
Ha rivoluzionato una certa idea di calcio, ha picconato un pezzo di sistema malato, ha fumato come una fabbrica di carbone, e adesso, dopo aver fatto il giro del mondo in 13 anni è tornato ad allenare la Roma.
La risposta dei tifosi non si è fatta attendere.
Pathos a scatole da 6, tante lagrime di gjuoia e frenesia da riproduzione di un nuovo ciclo (meglio dire “progetto”, và).
Follia – 1
Follia – 2
Follia, gulp – 3
No, dai… Follia – 4
Follia – 5
Follia – 6 (questa è datata periodo Luis Enrique)
Cioè. Non so se mi spiego.
Per il tifoso giallorosso la Roma ha già vinto il campionato, la cempions lig, la coppa Italia e il Trofeo Berlusconi.
Poi, quando becca 7 gol in contropiede dal Poggibonsi voglio vedere chi glie lo spiega.
Zdenek, per conto suo, durante la conferenza stampa di presentazione non si è sbilanciato. Quelli che hanno preso il tesserino da giornalisti coi punti del latte gli hanno fatto le solite domande della minchia, sei cambiato, il calcio malato, la dddroga e le scommesse, totti, daje roma e via dicendo. Roba da non credere ai propri orecchii.
La conferenza stampa è finita a fave e pecorino.
Anche se non è più periodo.
Zdenek Zeman è certamente un ottimo allenatore, ma tutt’oggi, a 65 anni, non è un vincente.
A sua discolpa il fatto di non aver mai avuto una squadra davvero competitiva con un organico costruito per raggiungere obiettivi importanti.
Stavolta ce l’ha e le scommesse sono aperte.
No aspetti, non intendevo “scommesse”.
No, volevo dire… ehr… no commissà, non ne so niente. Giuro. Non ho mai giocato nemmeno al picchetto. No commissà, quello non è amico mio. Vabbè c’ho cenato insieme un paio di sere. Amici in comune. Quella lì, minorenne? Ma scherza commissà? Eh eh ha visto che baule? No masù, le manette? Ecchè siamo al medioevo?
Ma no, commissà, il conto alle Cayman non è mio… è di nonna.
P.s.
No, scusate. Lo so, i piesse sono deprecabili nei blog ma questo non è un blog quindi ci sta.
Un giorno parleremo di nuovo del livello di giornalismo in Italia.
(La notizia sensazionale non è montata con photoshop ed è presa di sana pianta dal “Coriere d’o-o Sporte“)
(Parentesi nella parentesi: la foto di Pradè, attuale direttore sportivo della Fiorentina, con dietro i cartelloni degli sponsor della Roma mostra che la foto è datata almeno un anno fa. E mostra con altrettanta cura che chi ha inserito l’immagine è un coglione con tanto di matricola che ne testimonia la genuinità)
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Il Neymar di Crotone.