Questa volta c’e’ mancato proprio poco che Walter Zenga coronasse il suo sogno di allenare finalmente l’Inter. L’uomo ragno ancora oggi ricordato dai tifosi nerazzurri come pochi, in una intervista a Telelombardia ha spiegato come e’ andata:
Se è arrivata la chiamata?
Ho parlato con persone vicino alla proprietà, mi hanno chiesto la disponibilità ma poi hanno scelto Mancini. Quando? Subito dopo la partita con l’Hellas Verona”.
Sul rapporto con Moratti:
“Non sono mai stato un uomo di Moratti, sono andato via dall’Inter grazie a Pellegrini. Con Moratti ho sempre avuto un rapporto sincero e schietto ma evidentemente, senza rancore, si fanno delle scelte che non coincidono con il desiderio di altre persone. Quando ho tweettato quella frase, era il momento dove tutto si stava mettendo bene per me, ma invece non è andata come volevo”.
Sul proprio cammino da allenatore?
“Ho camminato con le mie gambe e sono felice ed orgoglioso di ciò che sono. Tiferò sempre Inter, e nessuno deve pensare che io sia triste. Io ho sempre detto che secondo me le società non devono diventare il cimitero dei vecchi campioni, ma io ho esperienza: la cosa che non mi fa piacere è la tendenza diffusa a denigrare tutto ciò che fuori dall’Italia. Io parlo tante lingue e posso andare dovunque nel mondo senza problemi. Io traghettatore? Io non ero uno da sei mesi, che non fa il secondo a nessuno: devo seguire un progetto chiaro che mi viene affidato. Comunque sono tranquillo e sereno.
Inter sempre a un passo…
“C’era stata una telefonata due giorni prima che firmasse Gasperini, c’era una chiamata “dovuta” quando è stato andato via Ranieri. Questa volta era il momento particolare, in cui ero libero e con loro che cercavano un personaggio interista”.