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Negli anni recenti si è diffuso sempre più il termine “zero drag”, “resistenza zero” per quanto riguarda il mercato del lavoro e dell’occupazione in particolare. Questo termine indica la qualità di un lavoratore, impiegato o operaio di essere “svincolato” e “senza obblighi e impegni vari”.
Per le aziende di oggi, per le grandi multinazionali e le grandi reti di ditribuzione il lavoratore ideale è quello “senza vincoli”, senza “legami” affettivi o di altra natura, un lavoratore “a completa disposizione” dell’azienda in grado di assolvere qualsiasi compito in qualsiasi momento.
Il lavoratore ideale per tante aziende e multinazionali è il lavoratore che non “pone radici”, il lavoratore che si può spostare dovunque “senza problemi”, un lavoratore che non voglia essere “monotono”, come ha detto Mario Monti, desiderando un posto di lavoro fisso, un lavoratore “flessibile”, non choosy-schizzinoso, come ha detto il ministro Fornero, che “sappia accettare tutto ciò che gli capita senza tanti problemi”.
Ebbene il tipo di lavoratore a resistenza zero è quello che cercano tante aziende, un lavoratore che non pretenda di difendere i propri diritti con scioperi e agitazioni sindacali, un lavoratore che non voglia crearsi una famiglia e un futuro, un lavoratore “che voglia essere sempre in movimento” e che “rifiuti la stabilità e l’abitudine”, insomma un lavoratore che tra l’altro sia anche pronto ad essere sfruttato a tutti i livelli. Questo è il tipo di lavoratore che cerca l’economia neoliberista contemporanea, un lavoratore “da spremere fino all’ultima goccia”.
Magari una donna che non voglia avere figli o un latin-lover che voglia passare il proprio tempo a soddisfare tutti i suoi desideri e piaceri che il mondo gli può offrire: senza criticare persone del genere, la società neoliberista desidera proprio loro in cambio di quello che essa a loro può offrire.
Le aziende odierne cercano un lavoratore che per esempio non abbia problemi a lavorare di domenica o la notte, un lavoratore che non abbia problemi a fare il pendolare tutti i giorni, un lavoratore che rinunci alla famiglia e ai figli anche per mesi interi a causa del suo lavoro.