Con oggi si chiude lo Starbooks di ottobre e si tirano le somme sul libro che abbiamo esaminato: Martha's American Food di Martha Stewart.
Ognuna di noi nove ha provato 3 ricette seguendole alla lettera per vedere se riescono e il verdetto è stato unanime: le ricette riescono e sono buonissime. A volte c'è stato bisogno di qualche piccola precisazione (come nel caso della polenta per la Tamale Pie), ma dosi e tempi di cottura sono estremamente precisi e molto equilibrati, con risultati sorprendenti per chi come noi non conosce questa cucina.
C'è di più: sono ricette che aprono gli occhi del grande pubblico sulla bontà e sulla varietà della cucina americana, a torto considerata piatta e banale. I prodotti del territorio statunitense indagato sono valorizzati appieno in una cucina che, se non può definirsi a km zero data l'ampiezza del territorio cui si riferiscono, può a pieno titolo definirsi locale (ed essendo reperibili localmente anche in altri Paesi del mondo, sono facilmente realizzabili da tutti).
A ciò si aggiunga che le ricette del libro aggiungono un tocco in più alla cucina di tutti i giorni rendendola unica e saporita, e il quadro è completo. Certo, non c'è nulla di scenografico o da gran galà: la cucina "fighetta" non abita qui. Direi che questo libro è il trionfo dell'essere sull'apparire, della sostanza sulla forma, con ricette saporite e di sicura riuscita da pranzo informale in famiglia o con gli amici, e soprattutto ricette che nella loro semplicità sono tutt'altro che banali: perfino l'insalata di patate ha una marcia in più.
Questa in sintesi è la mia opinione sul libro; e le altre Starbookers che cosa ne pensano?
Menù Turistico: Sweet Potato Pie
Araba felice in cucina: Pike Place Fish and ChipsAndante con gusto: Maple Bundt Cake
Ale only kitchen: Buffalo Chicken Wings
Arricciaspiccia: Skillet Cornbread
Le chat egoiste: Stuffed Mushrooms
Vissi d'arte e di cucina: Pigs in a Blanket
La Gaia celiaca: Caramelized Onion Dip and Onion Crisps + Corn Muffins
La ricetta che ho sperimentato per voi oggi è semplicemente meravigliosa.
Sarò sincera: l'ho scelta perché mi sembrava che la quantità di ingredienti piccanti fosse eccessiva rispetto a quella di polpa di granchio; ho insomma cercato di "cogliere in castagna" la Signora Stewart e invece è stata lei a sorprendere me: dosi e sapori calibratissimi, che rendono questi hamburger di granchio "zesty" (saporiti, piccantini) per l'appunto, dove ogni ingrediente esalta gli altri per un insieme davvero particolare e gradevole.
ZESTY CRAB CAKES – HAMBURGER DI GRANCHIO SAPORITI (Da: Martha Stewart – Martha’s American Food)
Ricetta del Sud degli Stati Uniti
Gli hamburger di granchio sono nati per necessità: i granchi abbondano nella Chesapeake Bay ma la loro polpa è così difficile da estrarre, che i cuochi locali hanno preso l'abitudine di aumentarne la resa aggiungendovi mollica di pane o di crackers e uova. Oggi grazie alla disponibilità di polpa di granchio in scatola o surgelata gli hamburger di granchio si trovano in tutto il Paese, ma il Maryland (e specialmente Baltimora) rimane la capitale degli hamburger di granchio, anche se alcune parti della Virginia meritano una menzione d'onore.
Per 4 persone:
450 g di polpa di granchio fresca, surgelata o in scatola (NON surimi!!!!!)
200 g (¾ di tazza) di mollica di pane fresca, tritata (io ho usato il pane per tramezzini) 60 g (¼ di tazza) di farina di mais
50 ml (¼ di tazza) di olio di semi di mais per friggere 2 cucchiai (30 g) di burro non salato, fuso e intiepidito 2 uova grandi 3 cucchiai (45 ml) di panna acida 2 cucchiai di prezzemolo tritato 2 cucchiai di succo di limone fresco, + fette di limone per servire ½ cucchiaino di salsa Worcester ½ cucchiaino di paprika ¼ di cucchiaino di peperoncino di Cayenna in polvere ½ cucchiaino di sale 3 peperoncini piccanti sottaceto come i Peppadew (quelli tondi), tritati grossolanamente
Peperoncini Peppadew - immagine presa da qui
Tenere da parte 2 cucchiai di farina di mais e versare il resto in una ciotola capiente insieme a burro, uova, panna acida, prezzemolo, succo di limone, salsa Worcester, paprika, peperoncino di Cayenna e sale. Amalgamare bene, poi unirvi la polpa di granchio (se usate quella in scatola sgocciolatela bene), i peperoncini e la mollica, amalgamando delicatamente.Suddividere l’impasto in 4 parti uguali e dare a ciascuna la forma di un hamburger. Passarli nella farina di mais tenuta da parte, coprire con pellicola e far riposare in frigo per 15 minuti.
Scaldare l’olio in una padella capace posta su fiamma medio-alta (medio-minima per me). Cuocere gli hamburger di granchio finché diventino croccanti e dorati, 4-5 minuti per parte. Servire immediatamente accompagnandole con fette di limone e una fresca insalata.
Note della Apple Pie:
Assolutamente vietato usare il surimi, prodotto con scarti di polpa di merluzzo aromatizzati artificialmente, che non assomiglia neppure lontanamente alla polpa di granchio né come sapore, né come consistenza. Piuttosto che usare quello, rinunciate a preparare queste delizie!
Il Il riposo in frigo prima della cottura è indispensabile, perché permette alla farina di mais che ricopre le polpette di inumidirsi un po’ e di non bruciare.
Meglio mettere la fiamma tra il minimo e il medio e magari prolungare un pochino la cottura: in questo modo saremo sicuri che l’interno cuocia, senza che la parte esterna si bruci. Mi ha fatto tenerezza la notazione, tra gli ingredienti, del succo di limone fresco. :-) Sappiamo però che negli USA è facile che la massaia media usi quello in bottiglia, abitudine che da noi non ha ancora preso piede (e spero non lo faccia mai).