Magazine Lifestyle

Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.

Creato il 18 maggio 2012 da Oohlala
Da ormai una settimana ho (finalmente!) iniziato a scrivere a tempo pieno la tesina per un esame, ovvero Analisi dei Testi Pubblicitari. Visto i miei tempi da lumaca, soprattutto quando si tratta di iniziare a mettere nero su bianco sul foglio luminoso immacolato del pc, e il cambio repentino del tema (la prima idea era sul product placement nei videoclip musicali, ma non trovando NIENTE da cui attingere informazioni, perfino il mio prof. mi ha liquidato con un "bel tema, ma io non ne so nulla.."), ci ho messo ben sei mesi (mamma che vergogna) ad ingranare la marcia con la scrittura. E sono a buon punto, più di metà! Ho cercato in lungo e in largo libri adatti, poi finalmente, anche con l'aiuto prezioso di una mia amica, sono riuscita a trovare quelli giusti e viaaaa! Si scusa sembro ridicola a gasarmi così tanto per una stupida tesina d'esame. Cioè, d'esame!! Manco fosse quella finale... Tristezza. Il fatto è che adoro scrivere e preparare tesine, per di più quando l'argomento lo posso scegliere io, quindi ci metto anima e corpo per fare un bel lavoro. Lo so, tempo e fatica sprecati, però son soddisfazioni eh. Comunque, se ve lo state domandando: si, mi sto complicando l'esistenza universitaria per questa stupida tesina. Ci sto mettendo lo stesso impegno che richiede la stesura di una tesi della triennale!
Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Poco male, mi sto facendo una cultura pazzesca di marketing e branding di moda! Se volete consulenze a riguardo chiedete! Ah già, per chi non sapesse il tema della tesina puòleggere qui, ma in poche parole si tratta pubblicità di moda, o meglio del discorso di marca di moda (robaccia di semiotica), con focus sull'immagine del brand Chanel e l'analisi di due annunci stampa di due epoche diverse. E bla bla bla.. No, non mi sto giustificando e creando un alibi sulla scarsa quantità di post nell'ultimo tempo, adesso arrivo al sodo del discorso (se c'è).
Visto che sono alla ricerca di vecchie ads di Chanel, con pochi risultati purtroppo, e il mio senso critico verso le campaign del brand si è affinato, non potevo non soffermarmi sulla advertising (notare il lessico specifico di settore. Prof. mi faccia passare l'esame sulla fiducia!) ideata per la "Boy" bag, che vede come testimonial Alice Dellal.
Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.
Oddio, ecco che il mio cervello già parte con Quadrati Semiotici, Formanti Plastici, Isotopie, Teoria dell'Enunciazione e tutta quella robaccia lì. Ma vi risparmierò la lagna.
Premessa: pensavo che Alice Dellal fosse un po' scomparsa a livello lavorativo e invece adesso me la ritrovo un po' ovunque, addirittura qui, da Chanel. Poco male, non mi dispiace affatto come modella. Però Alice hai delle mani orribili, lasciatelo dire.
Non ci vuole una laurea in Scienze della Comunicazione con specialistica in Semiotica per capire il giochetto messo in scena da zio Karl: ecco messa in mostra una bella Alice in tutta la sua attitudine punk, con tanto di half-shaved head e calze strappate (ma direi anche basta eh), inserita in un contesto raffinato ed elegante, per creare un'armonica antitesi tra gioventù ribelle e stile aristocratico. Inoltre, la testimonial indossa gli unici colori, bianco e nero, dell'intero visual che rappresentano Chanel, come se lei incarnasse i valori della maison, che in lei convivono e sono esaltati. Si può addirittura pensare che questa campagna sia un po' l'emblema del look della maison, in quanto sempre in perfetto equilibrio tra buon gusto e stile sofisticato, e, all'opposto, una tendenza anticonformista e pronta ad emergere dalla massa. Inutile dirvi che questi valori hanno direttamente origine dalla fondatrice della griffe, una certa Gabrielle "Coco" Chanel, vera rivoluzionaria e visionaria della moda per la sua epoca, e che si sono mantenuti forti fino a giorni nostri. Se la cosa vi può interessare, vi informo che siamo davanti ad un caso di semi-simbolismo, ovvero che c'è una corrispondenza tra una categoria del piano dell'espressione e una categoria del piano del contenuto, a differenza di un sistema simbolico in cui si trovano in relazione solo un termine per ciascuno dei due piani. 
AAAAAHHHHH STO IMPAZZENDO. 
Ormai vedo la semiotica ovunque e parlo solo in termini semiotici. Chiedo venia. 
Comunque, questa campagna personalmente non mi fa impazzire, però devo riconoscere che a livello tecnico funziona alla grande, o almeno rende alla perfezione l'universo tematico della Boy bag e, più in generale, dell'intero mondo Chanel. 
BASTA.
Sempre per questa dannata tesina sono andata alla ricerca di alcune campagne passate di Chanel. Ecco qui quella della spring/summer 1990
Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.
Bellissima, non trovate? Ah come erano diverse le ads venti anni fa! Cristo... vent'anni fa! Che ansia, perché sono sempre convinta che l'anno 1990 sia solo dieci anni fa? E' come se la mia mente ignorasse totalmente il primo decennio degli anni 2000.. 
Tornando a noi:
Models:Claudia Schiffer, Helena Christensen, Michelle Legare, Cameron Alborzian.Photographer: Karl Lagerfeld.
Ed eccone una della collezione fall/winter 1982!
Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Zio Karl e Chanel: manuale di semiotica per fashion victims.Models: Joan Severance & Jackie AdamsPhotographer: Arthur Elgort.Come avete potuto intuire sono abbastanza sotto con lo studio e con questa maledetta tesina (che sta giungendo a conclusione!), quindi vi chiedo perdono se ultimamente i post scarseggiano, ma tenete duro tornerò presto a scrivere cazzate con regolarità. UNIBO UN GIORNO TI DIRO' ADDIO, GIURO. PS. A proposito di Bologna e della sua quasi totale assenza di "gente ben vestita" secondo i miei criteri, ieri la mia bacheca facebook è stata sommersa da post (negativi e no) riguardanti un articolo, anzi una serie di foto apparsa online, ovvero questa roba qui. Le foto sono accompagnate da una banale e misera frase-titolo che recita: "Bologna: i nuovi dandy (?) abitano qui. Leggono libri al Modo Info Shop, guardano film al Lumière, mangiano rigorosamente vegetariano e fanno aperitivi da Camera a Sud: sono gli Hipster". Adesso, che sia chiaro, lungi da me giudicare le persone fotografate (alcune delle quali sono delle mie buone conoscenze) al di fuori del contesto in cui appaiono e oltre i canoni estetici dei loro outfit, ma visto che vengono presentati come "dandy bolognesi" anche per il loro "originalissimo" gusto in fatto di abbigliamento, è giusto che noi poveri spettatori ci facciamo una nostra opinione a riguardo. Io mi limito a dire che chi ha ideato questo "articolo" è riuscito a sintetizzare alla perfezione il trend indie che regna sotto i portici bolognesi (che più o meno avevo mostrato qui), oltretutto senza un particolare slancio creativo e di inventiva. Ecco, vi ho messo di fronte ad una parte della moda bolognese, le sentenze le lascio a voi. Io continuo a pensare che a Bologna solo gli over 60 si vestono davvero bene. Ah pensavo che la parola "dandy" avesse perso la sua carica semantica figosa nel '76...C.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

  • #CraftAsylum Scrap decor e riciclo creativo

    #CraftAsylum Scrap decor riciclo creativo

    Com'è iniziata la vostra settimana? Spero all'insegna della creatività ;) Oggi vi segnalo il mio ultimo progetto per Creative Rox - Craft Asylum: un home decor... Leggere il seguito

    Da  Andrai
    CREAZIONI, HOBBY, LIFESTYLE
  • Agau gioielli!!

    Agau gioielli!!

    Buongiorno a tutti!!Stamani torno a parlarvi di un brand di gioielli che mi piace moltissimo, sto parlando di AGAU GIOIELLI!!LE GIOIE PER L'ESTATE, le collezion... Leggere il seguito

    Da  Fedric
    CREAZIONI, LIFESTYLE, MODA E TREND
  • Avril: Organic Body Scrub

    Avril: Organic Body Scrub

    Ciao a tutti!Vorrei parlarvi di un regalo ricevuto da una cara amica blogger, Organic Body Scrub di Avril.Silvia di Cosmovetto mi ha regalato questo scrub per i... Leggere il seguito

    Da  Tiziana Balduini
    LIFESTYLE, PER LEI
  • Milano è cool come Parigi e ora ve lo dimostro

    Milano cool come Parigi dimostro

    Milano cool come Parigi? So che un titolo del genere può creare scompensi in qualcuno di voi, quindi farò una premessa necessaria. Anch'io amo... Leggere il seguito

    Da  Lilimadeleine
    CUCINA, LIFESTYLE
  • Talenti emergenti| Unodi100

    Talenti emergenti| Unodi100

    Unodi100 è un piccolo brand torinese estremamente interessante.Gaia e Maura, con l’aiuto di Massimo che si occupa della comunicazione, realizzano artigianalment... Leggere il seguito

    Da  Cchissima
    LIFESTYLE, MODA E TREND
  • Jumpsuit mania

    Jumpsuit mania

    …..la mia selezione di jumpsuit, o comunemente chiamata tuta. Quest’anno mi fanno impazzire le jumpsuit e gli abiti lunghi, ma oggi voglio soffermarmi sulle... Leggere il seguito

    Da  Littlefairyfashion
    MODA E TREND, PER LEI