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"Zizi". E la riiiiivoluzione.

Creato il 21 agosto 2013 da Gianlucaweast @gianlucaweast
La storia che mi va di raccontare oggi, nonstante la Siria, nonostante l'Egitto, che ti dà (danno) una mazzata in testa ogni giorno che passa, è la sua. 1 metro e 58 centimetri di esistenza. Magra come un topolino a digiuno. Con due occhiali posati sul naso che sicuramente le impediscono di volare via. Occhiali per tenersi in equilibrio, come la zavorra appesa alla mongolfiera-giocattolo in mano a una ragazzina o il bilanciere che oscilla a cento metri d'altezza fra un millimetro e l'altro di un filo teso. E della tua vita.
Anche ordinare un panino al salmone con tutto ma senza cipolle può aprirti un mondo.
A me è successo. Oggi.
Lei se ne sta dietro il bancone e oltre il bancone dietro alla cassa. Quindi, dietro una duplice blindatura. In Egitto, la blindatura va di moda. Se ne vede per strada ovunque: centimetri di acciaio posato sui cingoli.
La sua è una blindatura esistenziale. Direi: filosofica.
Avrà - fatti i conti - un 58 anni. Minuta. Trasparente quasi, non fosse per il vestito scuro (nero?) che indossa, un tailleurino fatto su misura che non casca e non le spiove. Un gioiellino. La tiene dentro tutta, per quel poco che è, ossa e cosa saranno, una quarantina di chili fra acqua, muscoli e pelle? Fai quarantacinque.
Ordino. Panino.
Poi scopro la targhetta tenuta da una spilla sul lato sinistro della sua giacca. Sembra la ciglia di un occhio invisibile che improvvisamente mi gurda. C'è scritto: ZIZI. In caratteri maiuscoli.
Zi-Zi. Pronunciato con la "z" di "zero" inglese. La corda di una chitarra su cui fai scorrere l'unghia del pollice. Morbida.
Le chiedo: "Zizi? È il suo nome?"
"Sì..."
"Ma è bellissimo, è un sogno, è un film, un libro..."
"Thaaaank youuuuu!"
"Zizi..."
"Take care of the sandwich, Ahmed, make it really good!"
"Zizi...."
"...."
Pago. Mancia (a Ahmed). Il topolino sta sorridendo ormai da cinque minuti. C'è qualche strana pausa fra i suoi denti, ma nulla che stoni. Anzi, si addice, anche questo ritmo leggermente sincopato (leggermente, ripeto).
"Che bel nome. Che trovata! Perfetto su di lei, Zizi!"
Sorriso. E poi: "Welcome, thank you, welcome."
Che personaggio. Straordinario. Me la vedo tornare a casa, calato il coprifuoco. Rapida, agile. Impaurita. Ma pronta, eeeehhhh, prontissima a far vedere che cosa  è capace di fare al primo imbecille deciso a darle fastidio una che si chiama Zizi.
"Bye Zizi..."
"Good-bye. Welcome..."
Non vorrei esagerare, ma oggi a Zizi, dicendole che questo suo nome è una favola, le ho rivoluzionato la giornata. E lei ha rivoluzionato la mia. Lo so, una giornata dura poco. Ma una rivoluzione è una rivoluzione.


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