Insultare non paga più, almeno se l'insulto viene reiterato. C'è il rischio che l'elettorato capisca che l'insulto nasconde il nulla, e allora il risultato è l'attuale 17 per cento con il quale Forza Italia diventerebbe il terzo partito con un addio traumatico al bipolarismo. Il rischio che corre Silvio è altissimo. Lui ha puntato tutto sullo scontro fra due poli, quello di destra (il suo) e quello di sinistra (tutti gli altri). L'arrivo del M5S gli ha scombinato i piani fino a far apparire i forzaitalioti degli zombi e perfino un po' rincoglioniti. A Grillo, almeno questo lo si deve. Negli ultimi giorni Berlusconi ha insultato tutti ritrovandosi a camminare sul filo di un rasoio che ancora non ha deciso se tagliarlo (arresti domiciliari) o scalfirlo leggermente (richiamo e cartellino giallo). Certo, il rischio che mandandolo ai domiciliari Silvio diventi un eroe c'è, ma continuare a farlo straparlare, proprio lui, il cantore dell'amore e della felicità, sarebbe comunque un'aberrazione perché un cittadino normale che dicesse le stesse cose di Berlusconi, verrebbe immediatamente sottoposto al TSO. Dall'altra parte, le comparsate elettorali di Grillo sembrano invece dare i loro frutti. Beppe è un insultatore relativamente nuovo e poi c'è da dire che usa la strategia del “vaffanculo” che, come si sa, è efficacemente liberatorio. Ma nel caso del Grillo furioso c'è da sottolineare che come Silvio usa indifferentemente nazisti ed ebrei (a seconda dell'uditorio che ha di fronte), per i suoi spericolati analogismi storici, così Beppe tende a straparlare di mafia riducendolo a un fenomeno in estinzione quando tutti sanno che non è propriamente così. Lo ha fatto anche ieri all'assemblea del Monte dei Paschiquando ha affermato “La vera mafia è qui. È qui che c'è il vero voto di scambio e non in Sicilia dove non c'è più una lira”. A questo punto le considerazioni da fare sono due. O Grillo, come Silvio, quando parla non sa cosa dice, o c'è la voglia neppure troppo nascosta di fare l'occhiolino ai mammasantissima. Ve lo ricordate il 61 a 0 del 2001? Meditate gente, qualche volta è necessario.
Magazine Politica
Zombi e paramafiosi. Scende in campo l'Italia dei morti e dei ridicoli
Creato il 30 aprile 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Insultare non paga più, almeno se l'insulto viene reiterato. C'è il rischio che l'elettorato capisca che l'insulto nasconde il nulla, e allora il risultato è l'attuale 17 per cento con il quale Forza Italia diventerebbe il terzo partito con un addio traumatico al bipolarismo. Il rischio che corre Silvio è altissimo. Lui ha puntato tutto sullo scontro fra due poli, quello di destra (il suo) e quello di sinistra (tutti gli altri). L'arrivo del M5S gli ha scombinato i piani fino a far apparire i forzaitalioti degli zombi e perfino un po' rincoglioniti. A Grillo, almeno questo lo si deve. Negli ultimi giorni Berlusconi ha insultato tutti ritrovandosi a camminare sul filo di un rasoio che ancora non ha deciso se tagliarlo (arresti domiciliari) o scalfirlo leggermente (richiamo e cartellino giallo). Certo, il rischio che mandandolo ai domiciliari Silvio diventi un eroe c'è, ma continuare a farlo straparlare, proprio lui, il cantore dell'amore e della felicità, sarebbe comunque un'aberrazione perché un cittadino normale che dicesse le stesse cose di Berlusconi, verrebbe immediatamente sottoposto al TSO. Dall'altra parte, le comparsate elettorali di Grillo sembrano invece dare i loro frutti. Beppe è un insultatore relativamente nuovo e poi c'è da dire che usa la strategia del “vaffanculo” che, come si sa, è efficacemente liberatorio. Ma nel caso del Grillo furioso c'è da sottolineare che come Silvio usa indifferentemente nazisti ed ebrei (a seconda dell'uditorio che ha di fronte), per i suoi spericolati analogismi storici, così Beppe tende a straparlare di mafia riducendolo a un fenomeno in estinzione quando tutti sanno che non è propriamente così. Lo ha fatto anche ieri all'assemblea del Monte dei Paschiquando ha affermato “La vera mafia è qui. È qui che c'è il vero voto di scambio e non in Sicilia dove non c'è più una lira”. A questo punto le considerazioni da fare sono due. O Grillo, come Silvio, quando parla non sa cosa dice, o c'è la voglia neppure troppo nascosta di fare l'occhiolino ai mammasantissima. Ve lo ricordate il 61 a 0 del 2001? Meditate gente, qualche volta è necessario.
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