Ne avevo sempre sentito parlare ma non le avevo mai viste in vendita; forse per una svista mia, forse perché effettivamente non le ho mai cercate. A dir la verità neanche questa volta le ho cercate, mi è solo caduto lo sguardo su di loro, in un banchetto dove vendevano legumi prodotti localmente, all’interno della fiera che si organizza nella mia città ogni anno, a ridosso del Natale. Mi sono incuriosita e me le sono portate a casa. Dietro alla confezione una ricetta per cucinarle, che io come mio solito ho pensato bene di modificare, utilizzando gli ingredienti che avevo a disposizione…
- 200 g di cicerchie
- 90 g tra guanciale e mustela* tagliati a dadini (in alternativa pancetta e/o prosciutto crudo)
- una cipolla
- 1 spicchio d’aglio
- qualche ciuffo di prezzemolo
- 4 cucchiai di passata di pomodoro
- acqua q.b.
- 1 cucchiaino di sale grosso
- olio evo
Mettere in ammollo le cicerchie per almeno 12 ore. Scolarle, sciacquarle e versarle in una pentola coprendole con acqua fresca. L’acqua deve coprire e superare di circa il doppio i legumi; versarvi il sale grosso e mettere sul fuoco vivace per circa 30 minuti.
Intanto tritare la cipolla, l’aglio e il prezzemolo e mettere a rosolare in un padellino a parte; aggiungere il guanciale con la mustela e far dorare, infine versare la passata di pomodoro e lasciar insaporire per qualche minuto.
Trascorsi i 30 minuti verificare che le cicerchie siano cotte (se non lo fossero lasciar bollire ancora, aggiungendo acqua se fosse necessario); metterne da parte qualche cucchiaio e col mixer frullare il resto fino a rendere il tutto una crema. Aggiungervi il soffritto preparato a parte, rimettere sul fuoco e lasciar bollire ancora una decina di minuti per insaporire (aggiungere un pò d’acqua se è troppo denso).
Servire la crema disponendo sopra ogni piatto un po’ delle cicerchie bollite tenute da parte, cospargere con un pizzico di prezzemolo tritato e un filo d’olio a crudo. Se poi aggiungete qualche crostino, direi che è praticamente un piatto unico!!!
* La mustela è un insaccato che si produce in Sardegna, ottenuto dal filetto di maiale.