I ferraresi sostengono che il merito spetta ai cuochi della Corte Estense attorno al 1500 hanno rielaborato in maniera creativa (con le materie prime che avevano a disposizione) un’originale ricetta britannica: il “Trifle” ( trad: bagattella, inezia, sciocchezza.
Una base di soffice pasta lievitata, inzuppata di vino dolce e arricchita con panna, confettura e biscotti sbriciolati, assaggiata da diplomatici ferraresi in visita a Londra, dando così vita a quello che è divenuto poi uno dei “dessert al cucchiaio” italiani più noti al mondo.
Un’altra versione narra che l’inventore sia stato Sir Charles O’ Connor, un famoso chef inglese dell’epoca, il quale preparò questa ricetta per la Regina della Gran Bretagna, il quale, invitato alla Corte degli Estensi, ripropose tale dolce con grande successo: da qui il suo nome.
La storia della zuppa (inglese) estense comincerebbe, secondo i più, nel sedicesimo secolo, alla fastosa corte dei Duchi d’Este, che seppero regalare alla città un lungo periodo di intenso fervore culturale e artistico.
All’epoca numerosi illustri pittori e letterati, animavano la vita di Ferrara. La diplomazia faceva la sua parte, intensificando i rapporti con le più nobili famiglie italiane ed europee.
Frequenti erano i contatti con la casa reale inglese; e sembra che fu proprio uno dei diplomatici estensi, di ritorno da un lungo soggiorno a Londra, a descrivere il favoloso dolce (il trifle, appunto) che lo aveva deliziato in occasione del suo viaggio oltremanica.
I cuochi della corte ferrarese provarono a riprodurre la ricetta ma, trovandosi nell’impossibilità di reperire gli ingredienti originali, finirono per rielaborarla con le materie prime che avevano a disposizione.
Alla pasta lievitata sostituirono così la “bracciatella” (una morbida ciambella lievitata tipica della cucina emiliana, che si usa consumare accompagnata da vino dolce) e alla panna subentrarono due diversi tipi di creme, una pasticcera e una al cioccolato.
Era nata così la zuppa (inglese) estense. Nel corso del tempo la ricetta subì ancora qualche modifica: il delicato pan di Spagna prese il posto della bracciatella; per renderlo ancora più gustoso si pensò di inzupparlo con vari liquori, tra cui alchermes e cognac.
Man mano che il dolce diventava famoso e oltrepassava i confini di Ferrara, cominciarono a fiorire le diverse varianti.
In Toscana invece si fa derivare l’appellativo “inglese” dal fatto che il dolce era preparato dalle signore in servizio a casa di nobili inglesi di stanza a Firenze già all’inizio dell’ottocento.
La presenza nella preparazione di due vini liquorosi quali l’Alchermes e il Rosolio supporta la tesi rinascimentale, dato che sono entrambi di origine medioevale.
Gli infusi di fiori erano già di gran moda nel basso Medioevo. L’Alchermes, invece, é probabilmente successivo alla riapertura delle vie commerciali con gli arabi, da cui si importava l’ingrediente che lo rende rosso: la cocciniglia.
Il nome, infatti, deriva dall’arabo “al” (il) e “qirmiz” (verme) poiché la cocciniglia, come è noto, è un insetto che, schiacciato ed essiccato, produce un colorante che dà origine ad una tonalità di rosso viva e duratura.
RICETTA DELLA ZUPPA (INGLESE) ESTENSE
Ingredienti:
200gr circa di savoiardi o di pan di spagna, liquore Alchermes, crema pasticcera.
Preparazione:
sbattete i rossi d’uovo con lo zucchero fino ad ottenere un composto soffice e chiaro. Aggiungere lentamente la farina.
Unite il latte tiepido a filo mescolando per far diluire omogeneamente il composto.
Aggiungere la scorza di limone tagliata e portate ad ebollizione mescolando in continuazione con una frusta, fino a che la crema non avrà raggiunto la giusta consistenza.
Per comporre il dolce usate una coppa di vetro grande o delle coppe o bicchieri singoli (per valorizzare l’effetto cromatico). Iniziate a formare uno strato con i savoiardi (o il pan di spagna) imbevuti di Alchermes, versate un po’ di crema pasticcera, poi uno strato di savoiardi imbevuti, uno di crema e così via, finendo con uno strato di crema.
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