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Caso Battisti: la decisione di Lula su l’ex terrorista è «legge». Così parla il Procuratore Federale

Creato il 14 maggio 2011 da Iljester

Caso Battisti: la decisione di Lula su l’ex terrorista è «legge». Così parla il Procuratore FederaleBeh, avevamo dubbi? No, non ve ne sono. Il Brasile è una grandissima nazione, ma ci sono dei casi nei quali si è dimostrata piccola piccola. Questi casi riguardano la protezione dei terroristi e degli ex tali che provengono dal nostro paese e dal resto del mondo. Qualcuno li chiama «rifugiati politici», ignorando che per il diritto nazionale e internazionale, il «rifugiato politico» è colui che sfugge a una dittatura e a un regime oppressivo che lo perseguita e che vuole reprimere la sua libertà di parola ed espressione, ovvero che vuole impedirgli di lottare per la democrazia. Un terrorista o ex tale che sfugge alla giustizia di uno Stato democratico costituzionale, dove vige la libertà politica e di pensiero, è solo un volgare assassino. Difficile immaginare che possa essere considerato «rifugiato politico». A maggior ragione se, fuggendo dalla nazione dove ha compiuto i suoi misfatti, ha lasciato dietro di sé una scia di sangue innocente. Quello che ancora oggi grida giustizia. Non vendetta, ma la legittima giustizia.
Ecco perché ci sono casi nei quali il Brasile si riduce al peggiore degli stati in stile bananas. Perché nonostante l’evidenza, insiste in una tradizione di protezione di questi delinquenti che non ha senso e che non perseguita le esigenze di giustizia e democrazia negata. Ma solo l’interesse a sostenere posizioni di controcanto rispetto al resto del mondo.
Così è per Battisti. Come spesso ho scritto, lungi dall’essere un eroe o un lottatore per la libertà, quest’uomo ha compiuto crimini comuni nel nostro paese per i quali è stato condannato in via definitiva. Ha distrutto la vita di intere famiglie. Con la sua condotta ha privato violentemente i figli dei loro padri, e i padri dei loro figli. Ha compiuto dei reati gravi che meritano il carcere a vita.
Eppure, il Brasile da quest’orecchio non ci sente. Preferisce difendere i criminali piuttosto che avere buoni rapporti con un paese amico come l’Italia. Preferisce proteggere un delinquente comune, facendo finta che si tratti di un «rifugiato politico», là dove invece non lo è, che soddisfare l’esigenza di giustizia di famiglie intere, violentate nei loro affetti. Preferisce sostenere le tesi di un capo di Stato comunista, piuttosto che seguire i dettami della libertà e della democrazia, che nulla hanno a che vedere con il comunismo di Lula e dell’ex terrorista Battisti.
Eccola dunque la grande nazione che si fa piccola, fino a raggiungere le dimensioni di un microbo sudamericano. Perché è pur vero – come dice il Procuratore Federale, Roberto Gurgel – che l’Italia «non ha non ha la legittimità di interferire nel processo di estradizione dello Stato brasiliano», perché tale interferenza costituisce «un attentato alla sovranità del Brasile», ma è anche vero che il Brasile non ha alcun diritto – e lo sottolineo «alcun diritto» – di ostacolare, di sminuire e di mettere in dubbio la giustizia italiana, che pur con tutti i difetti e le contraddizioni di questo mondo che tutti conosciamo, ha riconosciuto Cesare Battisti colpevole dei reati di terrorismo e omicidio per i quali è fuggito all’estero, trovando infine «conforto» nel Governo comunista di Lula. E nessuno sa meglio dell’Italia cosa significhi essere stretta nella morsa del terrorismo. Certamente non Roberto Gurgel. Ecco perché mi auguro vivamente che il Supremo Tribunale Federale – dopo questi due anni di tira e molla – decida secondo giustizia e consegni Battisti alle autorità italiane, affinché l’ex terrorista sconti la pena che giustamente gli è stata comminata.

di Martino © 2011 Il Jester Dai la tua opinione Caso Battisti: la decisione di Lula su l’ex terrorista è «legge». Così parla il Procuratore Federale

Autore: Martino » Articoli 1445 | Commenti: 2438

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