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Ecco l’ennesima bufala che spopola su Facebook in tempo di crisi: la Chiesa non paga l’ICI e le tasse allo Stato Italiano

Creato il 22 agosto 2011 da Iljester

Ecco l’ennesima bufala che spopola su Facebook in tempo di crisi: la Chiesa non paga l’ICI e le tasse allo Stato Italiano

La mistificazione e la falsificazione della realtà è una delle armi dell’ideologia più efficaci e più utili alla propaganda (lo abbiamo visto con l’Emendamento 1707). E la sinistra di piazza e di palazzo le ha sempre utilizzate con una certa capacità, e spesso persino con un certo stile, perché non è importante che si affermi la verità storica e giuridica. È importante che si affermi la verità conveniente: quella che può essere utile per conquistare il potere e l’egemonia politica. Del resto, come ho scritto in un post precedente, citando George Orwell, chi controlla il passato, controlla il presente. Ma Orwell, nonostante abbia scritto un libro profondamente significativo sull’informazione (1984), ha dimenticato di dire che chi controlla l’informazione, controlla il presente. E oggi l’informazione passa soprattutto attraverso i social network.
Sentite qui cosa scrivono su Facebook:

Il Vaticano non paga ICI, IRPEF, IRES, IMU, Tasse Immobiliari e doganali, ma neanche Gas, Acqua e Fogne. È Tutto a carico dei contribuenti italiani. Possiede quasi il 30% del patrimonio immobiliare Italiano e con l’8 per mille toglie quasi 1 Miliardo di Euro all’anno all’Italia. Tassare la Chiesa e i suoi possedimenti in Italia è giusto per gli Italiani. Se condividi, copia e incolla nella tua bacheca.

Esiste un esauriente articolo (il cui link lo trovate a piè di pagina: Nota di Sergio Guttila) che espone in modo dettagliato la questione. Però io per semplicità ve lo sintetizzo e ve lo semplifico in pochi paragrafi. Poi se volete potete leggere il post integrale al link suggerito.
Prima di tutto, un’informazione di base che pare sfugga ai più. E il bello è che si dice che a sinistra si è più informati e più istruiti. Un vero peccato che anche questa sia pura mitologia. L’ignoranza è una brutta bestia che non guarda la tessera o l’ideologia politica. Come ci sono ignoranti a destra (e ce ne sono), altrettanti ce ne sono a sinistra. L’informazione di base riguarda la distinzione tra Vaticano e Chiesa. Il Vaticano è uno Stato indipendente e sovrano, la Chiesa è un’entità religiosa che opera nel territorio dello Stato italiano (come nel territorio di altri Stati). Ergo, far pagare le tasse (ICI, IRPEF, IRES, IMU ecc.) al Vaticano è come pretendere di farle pagare alla Francia, alla Germania o alla Spagna. Chiaramente ci riderebbero in faccia.
Ma andiamo avanti, fermo restando che al Vaticano non si possono far pagare le tasse, perché è uno Stato, il problema riguarda la Chiesa Italiana (rappresentata dalla CEI: Conferenza Episcopale Italiana), la quale invece opera all’interno del territorio ed è composta da cittadini italiani (e non certo vaticani). Ebbene, la falsità più grande è sostenere che detta Chiesa non paga le tasse suindicate perché è «Chiesa» ed è «Chiesa Cattolica».
La verità è un’altra. Esiste una legge – il Decreto Legislativo 504/1992 – che sappiamo ha istituito l’ICI. La norma effettivamente prevede un’ipotesi di esenzione dall’ICI, però riservata agli enti «non commerciali», quando questi svolgono «esclusivamente … attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive», ovvero svolgono attività di culto. In altre parole, se l’ente (non commerciale) svolge queste attività, ottiene l’esenzione dall’ICI. E va da sé, che in Italia chi svolge queste attività non necessariamente fa riferimento alla Chiesa Cattolica: ci sono infatti le ONLUS, le associazioni sportive non profit, ci sono le associazioni culturali, gli enti pubblici, gli enti delle altre confessioni ecc. Insomma, il mondo esente dall’ICI alle condizioni previste dalla norma succitata, è variegato e fa riferimento tanto a soggetti pubblici, che soggetti privati in un’ottica di uguaglianza. Dire pertanto che la Chiesa è esente dall’ICI in quanto Chiesa Cattolica, è mistificare e distorcere la realtà: quando la Chiesa (Cattolica), attraverso i propri enti, svolge attività commerciale o con scopo di lucro, paga l’ICI come la pagano tutti gli altri!
Vi risparmio la querelle sull’ulteriore requisito che devono possedere le attività svolte dall’Ente non commerciale – parlo della cosiddetta non esclusiva commercialità – che di fatto, nonostante sia stato un fattore non di poco conto nell’evoluzione della giurisprudenza interpretativa della normativa, non è determinante per questo discorso, malgrado abbia comportato l’apertura di due procedure di infrazione a livello europeo perché le conseguenti interpretazioni autentiche che hanno tentato di sconfessare la Corte di Cassazione che aveva introdotto il criterio della non commercialità dell’attività, sono state accusate come «aiuti di Stato». Entrambe le procedure sono state poi archiviate, e ve n’è ancora in piedi una terza, che probabilmente avrà il medesimo destino.
Passando alle altre imposte, per la Chiesa non esistono esenzioni di alcun genere. L’esenzione dall’ICI, accordata a determinate categorie di enti (enti non commerciali religiosi, preposti al culto, e non religiosi, onlus, associazioni ecc.) non esclude che i predetti enti che svolgano attività nei settori indicati dalla norma debbano poi pagare l’IVA, l’IRPEF, l’IMU, l’IRES ecc. Le agevolazioni sull’IVA e l’IRPEF, per esempio, sono legate al regime contabile utilizzato (che vale per tutti, compresi i privati), alle entrate fatturate e al reddito dichiarato, e non certo alla natura del soggetto. E certamente tutti gli enti pagano le tasse comunali e i contributi per l’acqua, l’energia elettrica e gli scarichi fognari. Non esiste alcuna norma nel nostro ordinamento che esenti la Chiesa – e precisamente le strutture ecclesiali – dal pagare i tributi allo Stato in quanto Chiesa, e precisamente Chiesa Cattolica. Il resto è solo bufala.

Link: Nota di Sergio Guttila | Digilander | Avvenire | Repubblica | PRI | Il Post | Chiesa Cattolica | Wikipedia

di Martino © 2011 Il Jester 


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