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Perché vale la pena vivere a Barcellona a maggio

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Quando esco dal lavoro, che siano le 18 o le 21, c'è profumo di fiori e il cielo è ancora azzurro o comincia la sua mutazione al color perla [poi certo, basta un po' di vento sulla Gran Via e devo andare in bici con la pashmina sugli occhi per evitare l'incursione di pollini che cercano di entrare in ogni orifizio facciale: quindi mi raccomando, pashmina sempre a portata di mano].

Il sabato mattina. Parliamo del sabato mattina, quello per cui hai fatto grandi progetti tipo mi sveglio presto, vado a nuotare, saliamo al Tibidabo, andiamo a fare senderismo al Collserola. Sí, quello che invece alla fine passi a rigirarti nel letto, con sempre meno lenzuola addosso, pronta a partire al ritmo di 10 minuti e preparo la colazione, e poi chissà perché in un attimo è mezzogiorno e non esiste più colazione ma molte uova con cipolla, pane, succo d'arancia, yoghurt e frutta [lo chiamano brunch, ma a casa mia non costa 15 euro]. A maggio svegliarsi il sabato mattina vuol dire anche non ascoltare la sveglia ma il corteo di batucada che passa sotto casa: le batucadas sono le sfilate delle associazioni musicali, normalmente formate da giovani del quartiere che amano svegliarsi presto e iniziare la giornata al ritmo di samba. Non importa se mi svegliano, io li adoro e adoro scendere in strada a ballare dietro il corteo mentre vado a comprare il pane.

I festival, musicali, di danza, del cinema, del vintage, del cibo di strada. Durante l'inverno non ci si annoia, ma è a maggio che il programma culturale della città si apre di nuovo alle terrazze, al sole, alla brezza marina, alla musica di strada, a una caña sotto gli ombrelloni, al vermouth di mezzogiorno in un patio nascosto, ai camioncini di cibo bio al parco. Cose così, a volte sfocianti nell'hipsterismo selvaggio, ma su cui regna l'imbarazzo della scelta e del chisenefregadeglihipstersec'èlabirraa2€. Chi si è voluto portare avanti ha già i biglietti per il Primavera Sound mentre io, che in queste cose procrastino all'infinito, i biglietti non ce li ho e visto il loro prezzo probabilmente glisserò nobilmente verso la miriade di attività collaterali a costo zero.

Traduzione letterale ma forse fuorviante, per Le terrazze. terraza si intende qualsiasi bar che abbia uno spazio esterno per i clienti. A Barcellona si traduce in tavolini e sedie in qualsiasi spazio vitale, e più si tratta di locali centrali, più saranno presi di mira dai turisti. Allora bisogna ingegnarsi e cercare le piazze nascoste, camminare per perdersi dietro la Cattedrale, imboccare la stradina più stretta e trovarsi d'improvviso in plaza Felip Neri o in Plaza Sant Just.

Il mare. Dimenticando l'orda di turisti che mi si piazza in spiaggia dal venerdì mattina, inizia la stagione del prendi la bici, pedala venti minuti e arriva alla Mar Bella, fai una nuotata, goditi il di sole, leggi qualche pagina e poi a mezzogiorno vai al lavoro felice con il mondo. Oppure semplicemente, quando scende la sera, stiamo seduti in spiaggia a guardare un po' il mare, quando la folla avrà già lasciato la spiaggia per spostarsi nel Borne per l'aperitivo.

Benvenuto, maggio!


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