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Se la sinistra va al Governo, avremo la peggior politica di Monti, ma senza Monti

Creato il 16 dicembre 2012 da Iljester

bersaniA volte è divertente leggere l’umore degli italiani su Facebook. Si registra una evidente antipatia e anzi, persino un palpabile odio nei confronti di Mario Monti. L’uomo che avrebbe rovinato l’Italia e l’avrebbe piegata ai voleri di Bruxelles e Berlino. L’uomo che ci avrebbe fatto morire di tasse. Insomma, l’uomo al quale dire “a mai più”, una volta cessato il suo mandato di capo del Governo; carica peraltro – ed è bene ricordarlo – non certo attribuitagli dal popolo italiano.

E ne hanno ben ragione gli italiani. Anzi, ragionissima. Questo blog mi pare abbia speso energie e tempo nel denunciare tutte le nefandezze commesse dall’attuale Governo tecnico e le modalità con le quali sono state attuate. E pur non essendo mai sceso al facile complottismo, non ha mai posto in discussione l’idea che l’Europa dei banchieri tiri le fila della politica italiana attraverso i suoi burattini politici ed economici. Se mai nel Belpaese esistesse un senso di orgoglio patrio, questo non lo troveremmo neanche a pagarlo nelle stanze della politica nostrana. Troppo anacronistico in un mondo dei privilegi ove si predica opportunisticamente l’unità, l’unificazione, il governo europeo, e forse quello mondiale. I quali, chiaramente, sono tutto fuorché popolari e tutto fuorché a favore dei popoli.

Se la sinistra va al Governo, avremo la peggior politica di Monti, ma senza Monti

Ma è anche vero che l’Italia e gli italiani non possono permettersi di discutere solo e soltanto di massimi sistemi, nuovi ordini mondiali e compagnia cantante. I problemi pratici hanno di gran lunga la meglio nei pensieri italici fin dall’aurora quotidiana. E fra i problemi pratici, ce n’è uno che non è un dettaglio: mangiare. Sopravvivere. Ed è su questi problemi, piuttosto concreti, che il popolo degli elettori sceglierà chi votare o chi non votare. Se andare a farsi una gita il giorno delle elezioni, oppure entrare nel loculo elettorale per esprimere un voto il cui peso specifico di questi tempi è nullo.

Ciò premesso, ho avuto modo di leggere su Facebook (fra i miei contatti e nelle pagine politiche) un ragionamento che personalmente ritengo errato, soprattutto nei presupposti antimontiani: “mai Mario Monti. A questo punto è meglio Pierluigi Bersani.” Questo è un pensiero ricorrente soprattutto a destra, quasi a ribellarsi all’idea di un Monti che guidi una coalizione moderata in opposizione a Bersani. Un’idea che fa venire l’orticaria e che induce chi è di destra a restarsene a casa, pur consapevole di dare la vittoria alla sinistra.

Ebbene, dico io che questo ragionamento avrebbe un suo pregio e un suo senso, se davvero Bersani e la sinistra, pur con i loro evidenti limiti politici, rappresentassero una seria alternativa all’europeismo servile a cui ci ha abituato il Monti tecnico. Ma la verità è che così non è, né può esserlo realisticamente. Bersani, mai diventasse Presidente del Consiglio, sarebbe obbligato a proseguire sul solco del Monti tecnico, e per due motivi che ai più sfuggono: a) Bersani è parte di una scuola politica (la sinistra) che considera l’imposizione fiscale una religione e il risparmio di spesa una bestemmia. b) l’Europa ha messo una pesante ipoteca sulla politica economica dei futuri governi italiani: rigore e solo rigore nei bilanci, che non necessariamente implica una politica di risparmio sulla spesa pubblica.

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Il risultato? Quello che gli antimontiani vorrebbero scongiurare, ribellandosi a un’ipotesi di Monti premier politico del fronte moderato. Un Governo che attua le politiche peggiori del Monti tecnico (tasse, imposte e balzelli) in coniugio con le politiche peggiori della sinistra (spesa e spreco). Un disastro di immani proporzioni che sarebbe meglio evitare.


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